Lo Stato dà meno soldi ai Comuni, i sindaci protestano, gli assessori al Bilancio minacciano tagli ai servizi (e a volte li fanno davvero). Da qualche anno lo scenario della finanza locale è questo. Eppure col federalismo fiscale, con la riforma delle tasse, potrebbe essere archiviato.
La parola chiave di questa rivoluzione, che non porterà l’Eldorado ma un po’ di sollievo ai bilanci, si chiama cedolare secca, la tassazione fissa al 20 per cento sui redditi prodotti dall’affitto degli immobili. Un tributo che andrebbe a sostituire l’addizionale Irpef e le imposte di registro e di bollo. Scatterà il 1° gennaio 2011 e funziona così: il reddito prodotto dai canoni di locazione sarà tassato con una sola aliquota al 20 per cento. Si pagherà un euro ogni cinque d’affitto se l’immobile è dato in locazione da una persona fisica a una persona fisica (sono escluse società, imprese, quindi anche negozi, uffici e simili).
Il nuovo sistema introduce inoltre un meccanismo essenziale: oltre alle sanzioni per il proprietario che non dichiari il reddito, si prevede la (fortissima) riduzione del canone per l’inquilino che denunci l’evasione. Si parla di un abbattimento fino a tre quarti del canone.
La tassazione agevolata e il meccanismo anti-evasione, combinati con un’azione di contrasto sul territorio, dovrebbe portare all’emersione di una gran parte degli affitti in nero. E qui le stime divergono. Il «Sole 24 Ore», stimando un’evasione del 33 per cento - un affitto in nero su tre - ha calcolato per Milano un recupero di 105 milioni, che andrebbero ad aggiungersi ai 325 milioni di gettito attuale. Una stima che vede Milano al sesto posto di una graduatoria nazionale, dopo (fra l’altro) Roma e Napoli, città che ha una percentuale di nero che sfiora il 50 per cento.
Anche il Comune è al lavoro su questo. E la stima degli esperti di Palazzo Marino è inferiore. "A Milano la tendenza al pagamento dei tributi è molto alta", spiega l’assessore al Bilancio Giacomo Beretta. Un recupero che superi i 100 milioni sembra inverosimile. Palazzo Marino cifre ufficiali non ne dà, ma per gli uffici comunali i calcoli più realistici portano a considerare probabile un’emersione di 50-52 milioni di euro. Il valore sarebbe comunque notevole. Un vero e proprio "tesoretto". Anche l’associazione della proprietà immobiliare, Assoedilizia, parla di un nero che esiste, ma "non raggiunge - come spiega il presidente Achille Colombo Clerici - dimensioni di massa". E Assoedilizia, che dà un giudizio fortemente positivo sulla riforma, chiede di estenderla alle persone giuridiche. Anche in Comune, mentre si fanno i calcoli, si tira un sospiro di sollievo.
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