LE CONTESTAZIONI

Era nata fingendo di essere una provocazione anonima: manifesti ironici per una campagna pubblicitaria che voleva rimettere al centro dell’opinione pubblica i giovani e il problema del precariato. «Gruppo bancario cerca laureati con Master in Ingegneria Finanziaria capaci di campare senza soldi» oppure «Network della comunicazione cerca giovani talenti pronti a farsi sfruttare in silenzio». Giovani disposti a tutto? «Non più» era lo slogan. Ma quando dietro a questa trovata si è palesata la Cgil, dai giovani, gli stessi che il sindacato ha chiamato alla lotta con tanto di manifestazione nazionale e solidarietà agli studenti oggi a Roma, son piovuti insulti e critiche feroci. E il Forum aperto sul sito della Cgil Lombardia si è riempito più che di applausi, di fischi (un commento su tre è negativo) Un record. Non foss’altro perché si tratta del sito della Cgil, dunque casa propria. Leggere per credere. All’apertura del dibattito on line sul sito del sindacato, Guglielmo scrive: «La Cgil dopo anni e anni di precariato si ricorda dei precari giusto 2 settimane prima della manifestazione nazionale, quante volte andando a parlare delle nostre situazioni i sindacalisti ci hanno risposto che non potevano farci niente, e lo sapete perché? Perché anche loro assumono a progetto. È una presa in giro...vergogna». Subito dopo architettoromanesco conferma: «Se le condizioni lavorative degli italiani sono quelle che conosciamo oggi, buona parte della colpa è dei sindacati. Non credo che un’azione generata dalla Cgil, per quanto ripulita e nascosta dietro la sigla “giovani della Cgil” possa realmente cambiare le sorti del paese. Raggrupparci sotto uno stendardo malato non porterà a nulla». «Infatti cercano tessere», si lamenta Sely. Ma la stoccata arriva un’ora dopo quando Lilly (milanese doc) scrive: «Belle le iniziative della Cgil però vorrei capire una cosa… conosco molte persone che hanno fatto uno stage (gratuito eh!) alla Cgil e poi non sono state assunte? Penso che sia necessaria anche la coerenza». E ancora Alessandra: «Volete che qualcuno faccia i nomi delle aziende che sfruttano i giovani? Allora comincio io: Arci e Legambiente…tutti co.co.co. sfruttatissimi e non rinnovati!» Ce la mette tutta il mediatore del sito a controbattere che la Cgil si sta facendo in quattro per i giovani. La spernacchiata arriva subito dopo da Radicale che scrive: «Non fatevi ingannare …è tutta una farsa. Si stanno attivando per i giovani perché hanno paura di essere trombati un’altra volta come alle ultime elezioni». Gli fa eco Lucas: «Ho il grande sospetto, visto che questa iniziativa è venuta fuori ora che c’è l’eventualità di elezioni anticipate, che dietro tutto questo ci siano partiti che cercano consensi per vincere e dopo chi s’è visto s'è visto: le cose rimarranno esattamente come prima e questo sito verrà cancellato». Paolo punta il dito: «Brutta cosa, scambiare il viral marketing con l’anonimato, simpatizzare con i giovani in difficoltà quando proprio la Cgil non ha la coscienza pulita per la situazione dei precari. Giocate a fare i creativi (bravi, non c’è dubbio) ma il sindacato e il diritto al lavoro è un’altra cosa». Sintetizza Fabio: «Avevo intenzione di partecipare alla manifestazione del 27 novembre, ma ho appena letto che in mezzo c’è la Cgil. Speravo questa fosse una bella iniziativa, tanto da averla pubblicizzata ai miei amici. Ci avevo creduto. Saluti». K concorda: «Bella iniziativa, ma mi sorge spontaneo domandarmi dove siano stati i sindacati nell'ultima decina di anni di precariato. Sarò malevolo nel pensare che i sindacati abbiano fiutato il rischio estinzione», «Più che una protesta sindacale mi sembra una campagna marketing da multinazionale» scrive.

Chiude Valter: «Cgil chi? Quella del “100 euro d’iscrizione e ti faccio consulenza” oppure del “mi dispiace, lavoravi in nero, se hai 3 testimoni possiamo far qualcosa, altrimenti t’arrangi», oppure quella che «lavoratore non ti preoccupare stiamo risolvendo» e poi «imprenditore, lo sistemiamo per le feste a quel lavoratore». Sindacati in mezzo? No grazie, almeno per me. Il 27 novembre farò altro».

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