Contrada e i verbali di Scarantino non depositati: archiviazione per Ingroia

Il pm di Caltanissetta ha chiuso il caso denunciato dal legale dell'ex 007 in seguito alla lettura del libro del procuratore aggiunto di Palermo «Nel labirinto degli dei»: «Non depositare le dichiarazioni al processo una scelta legittima del magistrato»

Il caso dei verbali del pentito Vincenzo Scarantino su Bruno Contrada non depositati al processo all'ex 007 non è un caso. Almeno secondo il pm di Caltanissetta, che ha archiviato l'esposto contro il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, presentato dal legale dell'ex 007, l'avvocato Giuseppe Lipera.
La denuncia del difensore dell'ex funzionario del Sisde, aveva preso spunto da un libro del pm Ingroia, che del processo Contrada è stato pubblico ministero nel processo di primo grado. Nel volume, «Nel labirinto degli dei», Ingroia racconta che, su Contrada, Scarantino era stato interrogato, e che aveva fatto delle accuse che non avevano trovato adeguati riscontri. Di qui la decisione della procura di non utilizzarle. Decisione scoperta dall'avvocato di Contrada solo in seguito alla pubblicazione del volume. Di qui l'esposto alla procura nissena, competente per i procedimenti che riguardano i magistrati di Palermo, per le decisioni del caso.
Ma per la Procura di Caltanissetta non c'è alcun dolo, non ci sono gli estremi per procedere per alcunché contro il pm. «Dalla lettura delle dichiarazioni di Scarantino emerge che costui aveva accusato il dottor Contrada di fornire notizie all'associazione mafiosa Cosa nostra e di essere in collegamento con alcuni confidenti, poi uccisi. La Polizia giudiziaria ha svolto le indagini delegate per riscontrare il narrato, ma con esiti negativi, in particolare non trovando conferma che le persone indicate fossero confidenti delle forze dell'ordine, né avessero avuto rapporti con Contrada. Così riassunta la vicenda si conclude per l'assenza di qualsiasi profilo penalmente rilevante.

La scelta - aggiunge il pm Onelio Dodero - di non allegare le dichiarazioni di Scarantino agli atti del procedimento a carico del dottor Contrada rientrò nel lecito novero delle decisioni strategiche dell'inquirente, riguardando un narrato accusatorio che non non trovò conferma, ma neppure una secca e oggettiva smentita, tale da trasformarlo in calunnia».

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