Conversando in quel di Napoli

Sono ritratti diversi, quelli che Craigie Horsfield dedica alla città di Napoli. Differenti da tutto ciò che fino ad oggi si è già visto in giro. I suoi scatti sono quasi delle citazioni in bilico tra spazio e tempo. Sono facce in attesa, sospensioni di parole e gesti che si fanno conversazioni silenziose tra l’artista e i suoi soggetti. Invitato a raccontare il territorio in occasione delle celebrazioni del cinquantenario dell’apertura al pubblico del Museo di Capodimonte, Horsfield, inglese nato a Cambridge e da tempo attivo sulla scena londinese e internazionale, si concentra sull’individuo e sul suo modo di percepire ciò che lo circonda. L’artista è già noto per le foto in bianco e nero di grandi dimensioni che hanno una connotazione epica, oltre che per i suoi lavori dedicati a città come Barcellona, Bruxelles, Rotterdam per i quali ha ricevuto numerosi premi. Da sempre ha scelto di interrogarsi sulle relazioni tra le persone e la società complessa in cui sono inserite. È questa la chiave di lettura della sua personale dal titolo «Napoli Conversation», aperta al Museo di Capodimonte e seconda esposizione di una trilogia che ha già visto esporre Olivo Barbieri e da maggio ospiterà Mimmo Jodice.
Horsfield ferma il fluire della gente, dei corpi in movimento simbolicamente intrecciati. Nessuno è soltanto un passante, piuttosto attore di una scena collettiva. Inquadra volti seri o divertiti, pensierosi o indifferenti, conversa con loro facendo di ogni opera una carta d’identità personale e indimenticabile. Così ogni faccia silenziosa è epifania che racconta se stessa, sussurrandoci perfino il nome e tutte le caratteristiche intime del personaggio. Ogni fisionomia è anche paesaggio dell’anima, è natura racchiusa in una ruga d’espressione, in un’ombra che taglia la pelle. Questi volti sono l’architettura della personalità, calati in un tempo presente, contemporaneo che si misura con la classicità dei luoghi, sono comunità che ospita una folla. E ci accoglie. Osservandoli si intuisce ogni possibile contatto.

Li si avverte come tanti noi stessi, unicità frutto di innumerevoli relazioni, delle contaminazioni provenienti dal rapporto con il prossimo del quale tutti abbiamo un bisogno vitale e costante.
LA MOSTRA
«Napoli Conversation», Napoli, Museo di Capodimonte, via Miano 2, fino al 13 aprile. Info: 081 2294478

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