Coro unanime: «Il gassificatore s’ha da fare»

Inchiesta in corso: l’inaugurazione del nuovo gassificatore di Malagrotta, prevista per oggi, è rinviata a data da destinarsi. Il presidente del Consorzio laziale rifiuti Manlio Cerroni, ora indagato assieme al responsabile dell’impianto, Francesco Rando, per non aver rispettato le norme che tutelano la sicurezza nei luoghi di lavoro, si scusa per il «disguido» e invita i giornalisti, al posto della cerimonia mancata, a un tour tra i macchinari che a gennaio avrebbero dovuto cominciare a smaltire i rifiuti indifferenziati della capitale trasformandoli in energia, sollevando in parte dal lavoro l’adiacente discarica, in esaurimento da anni.
La polemica politica scoppiata dopo l’intervento dei carabinieri, che martedì hanno messo i sigilli all’impianto, non accenna a placarsi. Il presidente della Regione Piero Marrazzo si rammarica che qualcuno abbia gioito per il sequestro «quasi fosse una vittoria politica». «A me - osserva - sembra una gioia molto effimera». E non vuole che si parli di «rischio Napoli». Nessuna contrapposizione con la Procura, con la quale la Pisana «collabora in armonia»: «Si sta lavorando sull’interpretazione di una norma - spiega il governatore del Lazio - ovvero se la certificazione del piano antincendio e l’applicazione del cosiddetto “piano Seveso” siano compatibili con il mantenimento o meno di un cantiere aperto. Questo è il tema, le norme ci sono e vanno applicate». Nel provvedimento di sequestro, infatti, il giudice ha sottolineato la pericolosità della collocazione del gassificatore vicino a siti altrettanto a rischio: una discarica, un impianto per smaltire rifiuti tossici ospedalieri, una raffineria e un deposito di carburanti. Una preoccupazione che la scorsa settimana era stata espressa dal presidente della commissione Ambiente del Comune, Andrea De Priamo, dopo l’audizione dei comitati di zona: «La notizia del sequestro dimostra che i comitati di cittadini non sono composti da sostenitori del “no a tutto” bensì da residenti esasperati e competenti in materia. È necessario, come già affermato da Alemanno, favorire una maggiore presenza del gestore pubblico nel trattamento dei rifiuti rispetto ai monopoli privati». E il sindaco, difatti, ribadisce di «volerci vedere chiaro»: «Quello è un territorio già ampiamente massacrato da un modo errato di smaltire i rifiuti, qual è la discarica. Nel costruire il futuro dello smaltimento, con gassificatori e altri impianti, non vogliamo ripetere gli stessi errori».
Anche il senatore del Pdl Andrea Augello trova fuori luogo «qualsiasi atteggiamento euforico» per il sequestro e si limita ad osservare che «ci sono molte cose da chiarire». Fabio Rampelli, Pdl, dice «no a scelte calate dall’alto»: «Le scelte amministrative che hanno impatto ambientale e territoriale vanno negoziate con percorsi lineari». Luciano Ciocchetti, segretario regionale dell’Udc, denuncia «l’esistenza a Roma di una “lobby” politica trasversale che tenta di condizionare e bloccare ogni iniziativa di modernizzazione finalizzata a migliorare le condizioni della capitale». «È fondamentale che si avvii subito il gassificatore perché questa è una delle condizioni per chiudere la discarica che si sta esaurendo», osserva Michele Civita, assessore provinciale alle Politiche del territorio. Anche Athos De Luca, consigliere comunale del Pd, si augura una «veloce soluzione».

Per il capogruppo del Pd in Campidoglio Umberto Marroni «è Alemanno che deve fare chiarezza indicando un sito alternativo per una nuova discarica». Il Wwf Lazio ha annunciato che presenterà a breve un dossier alla magistratura sul gassificatore di Malagrotta.

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