La corsa al TERZO SCALO Tre città pronte al decollo

Viterbo, Frosinone o Latina? Il tempo - è proprio il caso di dirlo - vola e si avvicina il mese di novembre, in cui il ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi deciderà la sede del terzo scalo civile del Lazio. Un aeroporto destinato, in realtà, a essere il secondo per numero di passeggeri dopo il colosso Fiumicino. Dovrebbe diventare infatti uno scalo da 5 milioni di passeggeri annui, specializzato in compagnie low cost. In pratica quello che è oggi Ciampino, il cui tumultuoso sviluppo (da meno di un milione di transiti a quasi cinque in soli sei anni proprio grazie allo sviluppo di Ryanair e delle altre compagnie no frills, ovvero senza fronzoli) è ormai frenato dalla necessità della politica di dare una risposta concreta alle proteste degli abitanti della cittadina ai piedi dei Castelli Romani. Il Pastine, così si chiama l’aeroporto, è troppo vicino all’abitato e i voli che decollano fin dalle prime ore del giorno e atterrano fino a mezzanotte (sforando spesso e volentieri) non fanno dormire sonni tranquilli ai ciampinesi. Per cui, nell’immediato, taglio del 30 per cento dei voli da e per Ciampino e, in un prossimo futuro, la sua chiusura e un terzo scalo in provincia a raccoglierne l’eredità.
Bene, ma dove? Le tre città candidate (Viterbo, Latina e Frosinone) hanno tutte un piccolo aeroporto militare, allo stato attuale del tutto inadueguato a un sostanzioso traffico civile e che quindi andrebbe pesantemente ristrutturato. Tutti e tre i capoluoghi hanno poi vantaggi e svantaggi equamente distribuiti che riassumiamo nella tabella qui sopra, anche se è il capoluogo della Tuscia il favorito in questo momento. Ma le «lobby» territoriali - e spesso politicamente trasversali - lavorano a pieno ritmo per quello che sarebbe un vero colpo economico per il territorio scelto. A Viterbo, che vanta anche il tifo della vicina Orvieto, è in particolare Forza Italia a darsi da fare per l’aeroporto, anche se qualche mese fa un gruppo di europarlamentari del centrosinistra firmarono un manifesto che denunciava la mancanza di un’accurata valutazione di impatto ambientale. Dietro Latina si colloca Frosinone, meglio collegata a Roma sia per gomma sia per rotaia, ma con lo svantaggio di trovarsi a Sud di Roma: motivo per cui i velivoli, che nel caso delle compagnie low cost provengono quasi totalmente da Nord, dovrebbero sorvolare Roma e affollare ulteriormente il suo spazio aereo. Problema che si avrebbe anche a Latina, dove oltretutto sono particolarmente attivi i comitati cittadini contrari (il cosiddetto effetto Nimby: not in my back yard, non nel mio cortile).

Latina però è l’unica delle tre città a vantare alle spalle un territorio dalla forte vocazione turistica (Sabaudia, il Circeo) che la renderebbe meta appetibile anche a prescindere da Roma. Qualcuno avrebbe già trovato la soluzione: di scali facciamone due, uno a Nord di Roma (Viterbo) e uno a Sud (Frosinone o Latina). Una soluzione all’italiana anche nei costi: decisamente astronomici. Anzi, aeronautici.

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