La corte fa lo sconto a Bilancia

Piero Pizzillo

Donato Bilancia, il serial killer della Liguria, condannato a 13 ergastoli per 17 omicidi e adesso rinchiuso nel carcere di Padova, portato a Genova per il processo d’appello relativo alle minacce nei confronti di due guardie carcerarie di Chiavari, non si è smentito. Anzi, con la consueta tracotanza e con la voce cavernosa di sempre, il pluripregiudicato che con ferocia inaudita uccise 17 persone (i coniugi Parenti, le 4 prostitute, i due orefici, il metronotte, i portavalori, le due donne incontrate sul treno, e, per ultimo, il benzinaio freddato per rapina), ieri ha sfidato la corte. Dopo aver respinto l’accusa di aver minacciato i due poliziotti penitenziari, dicendo che avevano mentito spudoratamente (durante un controllo notturno accendevano la luce, ma l’ergastolano, ritenendosi disturbato, inveiva, minacciandoli di morte), l’imputato ha detto: «Vengo processato per il fatto specifico o come Donato Bilancia?».

Naturalmente i giudici d’appello hanno fatto il loro lavoro e, accogliendo la richiesta del pg Lenuzza di derubricazione del reato da minacce a pubblico ufficiale a minacce gravi, ha ridotto a quattro mesi la condanna a 6 mesi e 15 giorni inflitta dal tribunale (forse la corte ha tenuto conto della reazione di chi veniva svegliato in piena notte).
Finito il processo, a un cronista che gli ha chiesto: e i nomi dei complici? (più volte preannuciati), Bilancia ha risposto: li farò. Il difensore ha corretto: è solo uno, con probabile riferimento al caso Parenti.

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