Tram deviati, muri imbrattati, poliziotti impegnati per ore? «Sono i costi della democrazia», hanno sempre sostenuto gli organizzatori dei cortei. Ma si tratta di costi che, stando ai consuntivi che ne trae ad ogni manifestazione il Comune, cominciano a diventare notevoli: non esiste un calcolo complessivo, ma si può ragionevolmente ipotizzare che il costo totale sopportato dalla collettività nel corso del 2010 milanese si avvicini al milione di euro. E questo nonostante che a scendere in piazza siano spesso piccole minoranze: come ieri, quando a bloccare la città sono alcune centinaia di studenti sui circa 160mila che frequentano le scuole milanesi. Anche ieri, dopo il corteo, il vicesindaco De Corato divulga il rendiconto: «Sono stati creati pesanti disagi al traffico cittadino, visto che alcune linee sono state addirittura ferme quasi due ore come la 1,61 e 94. E complessivamente gli interventi Atm sono costati 50mila euro. Cui si aggiungono i costi per alcuni danneggiamenti, come della vernice buttata su un portone di una scuola in viale Majno e contro la sede dell'Agenzia delle Entrate in via Manin, dove sono state gettate anche delle uova.
Per non parlare del costo del personale delle forze dell'ordine». Conti analoghi erano stati resi noti dal Comune in occasione di altre manifestazioni: come il 12 marzo, quando solo per ripulire gli imbrattamenti del «No Gelmini Day» erano serviti «tra i cinquemila e i diecimila euro»: o il 15 ottobre, quando per tenere sotto controllo il corteo contro lo sgombero del centro sociale di via Savona erano serviti «circa cento agenti che hanno lavorato tremila ore per un costo a carico della collettività di circa 59mila euro». O il 17 novembre quando un altro «No Gelmini Day» era stato oggetto di un rendiconto ancora più meticoloso, comprensivo dei diecimila euro necessari per riparare le vetrine spaccate a colpi di mazza.
Nelle diverse «voci» che compongono il menu ci sono, come si vede, alcuni costi inevitabili: come quelli causati dal blocco della circolazione stradale e dall’impegno delle forze dell’ordine. Questi costi, in misura maggiore o minore, vengono affrontati per esempio anche in occasione di manifestazioni quasi sempre pacifiche e disciplinate come quelle organizzate dai sindacati confederali, e che non sono ovviamente nel mirino dei comunicati di De Corato. A venire messi sotto accusa sono invece i cortei in cui si saldano frange radicali del movimento degli studenti e la presenza dei centri sociali della cosiddetta «area antagonista». Questo tipo di cortei presenta, secondo l'amministrazione comunale, due caratteristiche: la scarsa partecipazione, che rende particolarmente indigesti i disagi alla cittadinanza; e la frequenza di atti di vandalismo, che fanno innalzare bruscamente il totale. «Al solito - sottolinea De Corato - a seminare zizzania tra gli studenti c’erano 4 gatti dei centri sociali che da decenni occupano abusivamente stabili dove si organizzano rave party e si muore di droga».
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