Così la Fiom si è cacciata nei guai

Il sindacato metalmeccanici della Cgil non sa quanti dei "no" in segreto ora la seguiranno nelle azioni

Il voto a maggioranza non ha indotto la Fiat a rinunciare allo stabilmento di Pomigliano. La Fiat sceglie il dialogo con i sindacati dei lavoratori che hanno detto si, sulla base del reciproco interesse allo sviluppo della produttività. È questa la base su cui si svolgerà la nuova fase. Certo, quella di non chiudere i battenti e, facendo leva sul fatto che ora l’accordo entra in vigore, per la Fiat non è una strada facile. Infatti se qualcuno lo violerà, essa dovrà essere pronta a farlo rispettare con fermezza, perché diversamente la situazione le sfuggirà di mano. E lo stabilimento di Pomigliano diventerà un nuovo caso Alitalia, come scrive Vittorio Feltri. Ma Marchionne è un calcolatore freddo e prudente e aveva a già preventivato questo risultato e stabilito la nuova strategia. Bisogna considerare che il successo della Fiom non è così grande come essa vuol far credere. Infatti mettere un no in un’urna a scrutinio segreto, sapendo che la maggioranza dirà comunque si, non è un vero rischio per chi fa questa scelta e spera che in questo modo la controparte potrebbe riaprire la trattativa. È cosa ben diversa il mettersi palesemente contro l’accordo sottoscritto dalla maggioranza dopo che esso è entrato in vigore. Infatti le violazioni potrebbero essere penalizzate. E il nuovo regime contrattuale prevederà anche i premi di produttività, con regime tributario agevolato.
Per la Fiom la nuova fase è ancora più difficile. Infatti essa non sa quanti dei lavoratori che l’hanno seguita a scrutinio segreto, siano disposti a fare i kamikaze in lotte minoritarie, che sarebbero perdenti oltreché costose. E quanti lavoratori di Pomigliano rinnoveranno la tessera della Fiom, se essa promuoverà agitazioni minoritarie? Il sindacato non serve solo per la grande politica, che viene decisa dai capi, ma anche per le piccole questione personali. E al presente la Fiom a Pomigliano non è un interlocutore credibile.
Più ardua ancora la posizione della Cgil, che sino ad ora non ha apertamente spalleggiato la linea dura della Fiom e che ora deve scegliere come presentarsi, sul piano nazionale, con la Fiat nel complesso. Quanto al Pd di Bersani e ai vari intellettuali che dicono, come lui, che i veri difensori dell’economia di mercato stanno a sinistra, che cosa faranno ora? Da che parte stanno? Per la produttività o per il salario variabile indipendente e l’assistenza di Stato alla grande industria nel Mezzogiorno?
Non è in gioco solo la credibilità della Cgil e del Pd. È in gioco anche la credibilità di Napoli e della Campania come area per le attività industriali. Infatti i tre turni al giorno a rotazione che Marchionne programma a Pomigliano sono considerati normali non solo in Polonia, dove adesso si fa la Panda che dovrebbe essere fabbricata a Pomigliano. Sono normali, da molto tempo, nell’industria tessile, soprattutto nel Nord e nel Centro dell’Italia, e in svariate altre attività produttive in cui il costo degli impianti è molto elevato e in cui è necessario pertanto utilizzarli al massimo per accrescere la produttività. E la penalizzazione degli scioperi e degli assenteismi fatti per evitare turni di notte scomodi o per vedere le partite di calcio della nazionale azzurra, appare alle persone normali come una sanzione ovvia di comportamenti furbeschi. Quindi se al no del 40% degli aderenti alla Cgil di Pomigliano seguissero agitazioni contro il nuovo contratto collettivo, ciò causerebbe una immagine negativa di quest’area maggiore di quella che essa ebbe quando era invasa dalla spazzatura e disertata dai turisti.
La Campania di tutto ha bisogno, tranne che di immagini negative.

Per i capi che a Roma hanno gestito questa strategia contro il piano Marchionne a me viene in mente il generale Cadorna, che durante la prima guerra mondiale mandava all'assalto i fanti, falcidiati dal fuoco austriaco, per logorare gli avversari: era carne da cannone, spesso meridionale. Ma dopo le stragi, venne Caporetto. Cadorna perse il posto. E le cose cambiarono radicalmente, come si sa.

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