Così i capi di lusso diventano alla portata di tutte le tasche

New York«Sono triste che sia finito, ma anche felice: è stato un progetto lungo, complesso e molto divertente».
Alber Elbaz lancia risposte come baci nel backstage della sfilata con cui l'altra sera in un salone dell'hotel Pierre di New York è ufficialmente cominciato il conto alla rovescia per la vendita della collezione Lanvin for H&M.
Dal 23 novembre in 200 dei 2000 negozi H&M nel mondo si potranno acquistare 25 modelli da donna e 15 da uomo con il miglior rapporto possibile tra qualità e prezzo, dei piccoli capolavori di buon gusto e creatività: dall'abito da ballo rosso a 199 euro allo stupendo collier di perle, plexiglass e catene dorate a 49,95 passando per lo smoking da 199 Euro e per il cappotto doppiopetto in visone ecologico da 149.
«Gli svedesi pensano di vendere tutto in due giorni massimo tre - spiegava Thierry Andretta, executive vice president di Lanvin - secondo me nel giro di una giornata esauriranno le scorte: solo per vedere la collezione sul web abbiamo avuto 175 milioni di contatti in una settimana, figuriamoci cosa succederà per comprarla».
Nelle scorse edizioni della cosiddetta serie GF (Grandi Firme) del colosso svedese che lo scorso anno ha fatturato 118.7 miliardi di corone pari a circa 11,2 bilioni di euro, si son viste orde di signore e signorine in coda fin dalla notte precedente al giorno X, scene di panico alle casse dove controllano che nessuno compri più di cinque pezzi a testa e infine è cominciata la compravendita su Internet dove i capi più belli disegnati da designer come Lagerfeld, Cavalli o Sonia Rikyel hanno raggiunto quotazioni da capogiro.
Stavolta, però, l'attesa sfiora il parossismo alimentata anche dall'evento newyorkese: una sfilata di capi costumizzati da Elbaz con quell'immagine a metà strada tra l'alta moda e la strada, il sogno e la realtà che è la sua cifra stilistica.
Questi pezzi unici presentati da modelle d'eccezione come Asia Chow, Dree Hemingway e Anna Dello Russo (la ragazza barese diventata creative director di Vogue Japan per il suo inesauribile talento nel costruire immagini di moda flamboyant) verranno messi all'asta sul sito di H&M insieme con i disegni dello stilista per raccogliere fondi a favore dell'Unicef.
Per questa campagna chiamata All for Children Elbaz ha anche disegnato una shopping bag con le sue inimitabili signorine Lanvin tutte nastri, rossetto, perle e volant.
Tondo e dolce come un babà, nato a Casablanca e cresciuto in Israele, lo stilista l'altra sera ha raccontato di aver scelto come scenario al defilè l'hotel Pierre (dove si era rifugiato Sindona ai tempi della clamorosa fuga negli Stati Uniti nel 1975) perché in questo lussuoso edificio affacciato su Central Park si è svolta la prima sfilata della sua vita, quando appena uscito dalla scuola di stilismo a Tel Aviv venne in America per lavorare come assistente di Geoffrey Beene, il designer dell'alta società statunitense.
Da quel momento in poi la sua carriera è stata tutta un'escalation con due sole battute d'arresto (quando Tom Ford gli portò via la direzione creativa di Yves Saint Laurent e uno stravagante licenziamento da Krizia per cui aveva fatto una collezione epocale)che lui considera solo il preludio alla sua gioia di far rinascere il più antico dei marchi francesi.
Sommerso di baci e complimenti da tutte le signore presenti in sala tra cui Andie MacDowell in smoking, Sofia Coppola arrotondata dalla recente maternità, Anna Sui, Tory Burch e Alexander Wang, Elbaz non si è sottratto alla fatidica domanda: perché collaborare con un colosso della moda low price essendo il grande paladino di una griffe che fa pagare le Tshirt 450 euro.
«Io lavoro sul sogno - sostiene - H&M mi ha chiesto di rendere accessibili al grande pubblico i sogni di Lanvin.

Non è stata un'operazione di mass market, ma un modo nuovo e interessante di lavorare insieme. Alla fine sono stati loro ad aprirsi al lusso, non noi a diventare più commerciali e questa è la cosa che mi rende più felice».

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