Crollo Pompei, il Pd vuole la "testa" di Bondi

Dopo il crollo della Domus dei gladiatori il ministro mercoledi riferirà alla Camera. Intanto non si placa la polemica. Il Pd pensa a una mozione di sfiducia contro di lui. E Rutelli attacca: "Tiri fuori i soldi". Il ministro: "Se avessi colpe mi dimetterei"

Crollo Pompei, il Pd vuole la "testa" di Bondi

Roma -  Il ministro per i Beni Culturali Sandro Bondi su Pompei riferirà mercoledì alla Camera. "Sulla base della richiesta del Pd di riferire al parlamento, mercoledì - dice in una nota il ministro - mi presenterò alla Camera dei deputati per spiegare ciò che è accaduto a Pompei e quello che è necessario fare nel futuro, con serietà e senza scaricare la responsabilità su nessuno". Il Partito democratico lo aveva chiesto ufficialmente, senza escludere l’ipotesi di una mozione di sfiducia per il ministro, eventualmente da presentare assieme alle altre opposizioni. Decisione che però verrà presa soltanto dopo aver ascoltato le parole di Bondi in parlamento.

Mozione di sfiducia "Stiamo attendendo la risposta del ministro Bondi - ha detto il capogruppo alla Camera Dario Franceschini - ed è evidente che la gravità dei fatti fa ritenere che tra le cose possibili all’esito della informativa vi sia una mozione di sfiducia che naturalmente valuteremo insieme agli altri gruppi parlamentari".

Rutelli: "Bondi tiri fuori i soldi" "E' una persona garbata e onesta, ma ha dimostrato di non avere gli attributi di fronte a Tremonti": lo dichiara Francesco Rutelli, leader di Api ed ex ministro parlando del crollo avvenuto nel corso della trasmissione "Un giorno speciale" su Radio Radio. "Quando ero ministro dei beni culturali - ricorda - arrivai a minacciare le dimissioni di fronte all'allora ministro delle Finanze che voleva togliere le agevolazioni per le dimore storiche. Bondi deve tirare fuori i soldi per la tutela del patrimonio, se non riesce a farseli dare non si capisce cosa resti a fare, a guardare Tremonti che gli massacra il bilancio e il maltempo che massacra il patrimonio?". "Ieri - conclude Rutelli - è toccato a Pompei, ma tra poco potrebbe capitare al Palatino. Il ministro deve tirare fuori gli attributi, altrimenti è più dignitoso che se ne vada".

Carlucci: servono figure manageriali "Sono d’accordo con il ministro Bondi - afferma il deputato del Pdl e membro della commissione Cultura della Camera, Gabriella Carlucci -. La gestione dei beni culturali deve essere fatta in maniera moderna. Il nostro attuale sistema risale invece agli anni ’50 con il patrimonio affidato agli storici dell’arte e non ai manager che dovrebbero valorizzarlo".

I restauri del dopoguerra Sul crollo della Domus gladiatori la Carlucci punta il dito contro igli interventi fatti nel dopoguerra. "I restauri di quell’edificio - spiega - furono fatti negli anni ’50, evidentemente male.

A Pompei sono stati fatti dei restauri recentemente, ma siccome i fondi vanno utilizzati con oculatezza e serve un’analisi attenta dei fabbisogni, quando si fa un intervento si privilegiano sempre i beni non restaurati. Adesso - assicura - sono già al lavoro i massimi esperti della Sovrintendenza di Napoli e Pompei che valuteranno le misure da adottare. I soldi per Pompei ci sono".

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