Nuovo processo per Pietro Genovese. Condannato in via definitiva a cinque anni e quattro mesi di carcere per il duplice omicidio stradale di Gaia von Freymann e Camilla Romagnoli, avvenuto il 22 dicembre del 2019, il ventiquattrenne è stato rinviato a giudizio dal gup di Roma con l’accusa di evasione dei domiciliari. L’episodio risale al 16 gennaio 2021: il ragazzo, figlio del celebre regista Paolo Genovese, sarebbe risultato assente ai controlli delle forze dell’ordine. Ma la teoria della difesa è totalmente diversa.
Secondo quanto ricostruito, i carabinieri della compagnia Parioli erano andati sotto l'appartamento dove il giovane era ai domiciliari e, dopo aver suonato il citofono due volte, erano andati via senza ricevere risposta. Da qui la decisione della Procura capitolina di chiedere il processo per evasione. Rappresentata dall'avvocato Gianluca Tognozzi, la difesa di Genovese ha sempre sostenuto una ricostruzione diversa: il giovane era all’interno dell’abitazione ma stava dormendo e non ha sentito il citofono.
Genovese non avrebbe aperto la porta agli agenti perché a letto, non perché altrove come sostenuto dai pubblici ministeri. La difesa ha posto l’accento su un altro dettaglio: pur in possesso del numero di cellulare dell'indagato, i militari non provarono a contattarlo. E ancora, secondo quanto emerso dalle indagini difensive, dalle telecamere di sorveglianza del palazzo non risulta che Genovese fosse uscito di casa: "Non c'è alcuna immagine delle telecamere a circuito chiuso di Pietro Genovese mentre esce di casa. Non c'è prova dell'evasione", ha detto in aula l'avvocato . La verità verrà stabilità in tribunale: il processo è stato fissato per il prossimo 20 marzo.
Come anticipato, la prossima udienza davanti al giudice monocratico della terza sezione penale del tribunale di piazzale Clodio è legata all’obbligo di dimora sancito nella condanna per il duplice omicidio stradale del 22 dicembre del 2019. Quella sera Genovese investì e uccise Gaia von Freymann e Camilla Romagnoli mentre stavano attraversando sulle strisce pedonali di corso Francia, a Roma. Subito dopo l’incidente il giovane si fermò a prestare soccorso alle vittime, poi decedute, e risultò positivo all’alcoltest.
Condannato a otto anni di carcere in primo grado, Genovese venne condannato in via definitiva in appello a 5 anni e 4 mesi attraverso la richiesta di concordato proposta dai legali dell’imputato. Infine, il ritorno in libertà lo scorso 21 ottobre 2021. Ora il nuovo rinvio a giudizio, seguiranno aggiornamenti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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