"Mai lasciati soli". Carlo Nordio ribadisce l'impegno del governo per Ilaria Salis

Il ministro Nordio ha sottolineato al Tg1 che l'Italia deve rispettare la giurisdizione sovrana di uno Stato straniero per il caso Salis ma che si sta lavorando

"Mai lasciati soli". Carlo Nordio ribadisce l'impegno del governo per Ilaria Salis
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Il padre di Ilaria Salis ha incontrato il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nella serata di ieri e, all'uscita, ha accusato il ministero di non fare abbastanza per favorire la liberazione della figlia dal carcere ungherese. "Non vediamo nessuna azione che possa migliorare la situazione, siamo stati completamente lasciati da soli", sono state le parole di Roberto Salis all'uscita dal ministero. Ma a queste dichiarazioni ha replicato quest'oggi lo stesso ministro Nordio, negando qualunque negligenza da parte dello Stato italiano: "Mai lasciati da soli. Il padre ha chiesto due volte di essere ricevuto ed è stato sempre ricevuto. Gli abbiamo spiegato la situazione e cioè che non possiamo intervenire sulla giurisdizione straniera e sovrana".

Così ha parlato al Tg1 il ministro Nordio, spiegando i motivi per i quali l'Italia ha una limitata possibilità d'azione quando si tratta di uno Stato sovrano come l'Ungheria. Proprio nel rispetto di quella sovranità, il nostro governo non può effettuare interventi diretti ma può agire solamente su piano diplomatico, sul quale l'Italia è particolarmente attiva. Ma serve tempo, sono questioni delicate e, a volte, il silenzio può essere il miglior catalizzatore per condurre in porto l'operazione.

"L'unica cosa che possiamo fare. Possiamo attraverso i garanti sulle condizioni dei detenuti assicurarci che vengano assicurate le condizioni previste dalla normativa sullo stato di detenzione", ha detto ancora il ministro. Giovedì 8 gennaio il ministro Antonio Tajani si presenterà in Aula per un'informativa sul caso Salis. "I Ministri hanno evidenziato che i principi di sovranità giurisdizionale di uno Stato impediscono qualsiasi interferenza sia nella conduzione del processo sia nel mutamento dello status libertatis dell'indagato. I Ministri hanno altresì rappresentato le ragioni di diritto e di fatto per cui la richiesta di sostituzione della misura cautelare presso l'Ambasciata italiana non è possibile", si legge in una nota congiunta dei due dicasteri.

Nella nota viene, quindi, posto l'accento su quanto già fatto: "Il Ministro Tajani ha posto l'accento sui passi già effettuati dal Presidente del Consiglio con il Presidente Orban e da lui personalmente con il Ministro degli Esteri ungherese per due volte, oltre alla convocazione formale dell'Incaricato d'Affari ungherese alla Farnesina martedì 30 gennaio.

Nel contempo il Ministro Nordio ha prospettato l'opportunità che il difensore ungherese insista presso l'organo competente per la modifica della detenzione carceraria, condizione indispensabile per attivare la decisione quadro Ue del 2009 e quindi l'eventuale esecuzione degli arresti domiciliari in Italia".

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