Mimmo Lucano condannato a un anno e sei mesi in appello: ribaltato il primo grado

Cadono tutte le accuse in appello per Mimmo Lucano, condannato solo per un falso in relazione a una delibera del 2017 a un anno e mezzo di carcere

Mimmo Lucano condannato a un anno e sei mesi in appello: ribaltato il primo grado
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Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace che era a processo per associazione per delinquere, truffa, peculato, falso e abuso d'ufficio, è stato condannato in appello a un anno e sei mesi di reclusione, con pena sospesa, contro la richiesta della Procura generale di 10 anni e 5 mesi. In primo grado, per lui la condanna da parte del tribunale di Locri era stata di 13 anni e 2 mesi di carcere. Dalla lettura del dispositivo emerge che la Corte ha assolto Lucano dai reati più gravi. La Corte ha assolto tutti gli altri 17 imputati, che invece erano stati condannati in primo grado.

Una condanna leggera per l'ex sindaco, alla quale la Corte d'appello di Reggio Calabria, presieduta da Elisabetta Palumbo, è giunta dopo 7 ore di camera di consiglio. Le motivazioni ancora non sono state rilasciate ma è evidente che la sentenza sia stata completamente ribaltata in appello, con una decurtazione di 12 anni rispetto al primo grado. Lucano è finito alla sbarra nell'ambito del processo Xenia su presunte irregolarità nella gestione dei progetti di accoglienza dei migranti nel Comune di Riace e l'unico reato che gli è stato contestato dal tribunale di Reggio Calabria è di falso in relazione a una delibera del 2017.

Il più grave dei reati che chi venivano ascritti prima della decisione della Corte d'appello era quello di essere il promotore di un'associazione a delinquere finalizzata alla gestione illecita dei fondi destinati ai progetti Sprar e Cas dei migranti. Ma per il nuovo tribunale, il reato non sussiste. Il vicecapogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi, saputo l'esito della camera di consiglio, ha commentato: "A Mimmo Lucano auguro che la Cassazione cancelli anche la condanna residua ma lui è colpevole politicamente di avere proposto un modello di accoglienza insostenibile".

Per il deputato di FdI, infatti, la condanna di primo grado è stata sproporzionata ma "quello che non si può assolvere è un modello politico del tutto sbagliato, insostenibile e peraltro all'epoca promosso dal Pd che,

successivamente, fece finanche finta di conoscere l'ex sindaco di Riace. Se nel suo paese, dopo di lui, è stato eletto un sindaco leghista significa che quel tipo di integrazione era imposta e non accettata".

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