Dal tribunale di Islamabad viene confermata la detenzione per il padre di Saman Abbas: le speranze per chi si augura l’estradizione dell’uomo non sono ancora estinte. Aveva allarmato l’opinione pubblica la richiesta di rilascio su cauzione formulata dalla difesa di Shabbar Abbas, detenuto in Pakistan mentre in Italia si sta svolgendo il processo per il sequestro, l’omicidio premeditato e l’occultamento del cadavere della figlia Saman, che gli inquirenti italiani ritengono sia stata uccisa dai famigliari dopo essersi opposta al matrimonio forzato con un cugino più vecchio in patria.
Dopo l’ennesimo rinvio del 23 marzo 2023, il magistrato ha respinto l’istanza di rilascio su cauzione proposta dall’avvocato Akhtar Mahmood: al momento non si conoscono le circostanze di questa scelta, ma è un fatto che Shabbar abbia lasciato l’Italia all’indomani della scomparsa - e dell’omicidio - della figlia, promettendo di ritornare nel Belpaese per fornire la sua versione agli inquirenti, una promessa mai mantenuta. Intanto prosegue il procedimento per l’estradizione.
Per i capi d’accusa citati l’Italia ha portato in aula i 3 parenti tratti in arresto in Europa, ovvero lo zio Danish Hasnain, i cugini Ikram Ijaz e Noumanoulaq Noumanoulaq. Lontani dalla penisola ma ugualmente rinviati a giudizio anche Shabbar e la moglie Nazia Shaheen, la madre di Saman ancora latitante.
Shabbar è stato arrestato in Pakistan alla fine del 2022. A Charanwala l’uomo viveva neppure troppo nascosto, nonostante pesassero sul suo capo queste accuse pesantissime e un’intercettazione telefonica in cui avrebbe affermato, riferendosi alla figlia: “L’ho uccisa io, l’ho fatto per il mio onore”.
Saman, dopo essersi sottratta alle nozze forzate aveva infatti incontrato un connazionale anche lui in Italia, Saqib Ayub, del quale si era innamorata e che voleva sposare. Saqib non solo sarebbe stato minacciato, insieme ai propri famigliari, da Shabbar e dai parenti degli Abbas in Pakistan, ma attualmente il legale Mahmood, che rigetta la validità delle prove prodotte contro il suo assistito, sostiene una tesi difensiva secondo cui sarebbe proprio Saqib l’assassino di Saman. Questa tesi ha destato una grande indignazione nell’opinione pubblica italiana.
E ora a puntare il dito contro Shabbar è anche il fratello Danish, da sempre ritenuto esecutore materiale del delitto dagli inquirenti, ma che a fine novembre ha condotto la polizia giudiziaria sul luogo dell’occultamento del corpo. Danish sostiene ora che Nazia abbia ucciso Saman e che sia stato costretto a nascondere il cadavere per non essere ucciso dagli altri parenti attualmente imputati.
Saman scomparve nella notte tra il 30 aprile e l’1 maggio 2021 a Novellara, dalla casa nei pressi dell’azienda agricola in cui gli Abbas vivevano e lavoravano. Il suo corpo è stato trovato a 700 metri dall'abitazione, in un casolare abbadonato, nella nuda terra.
Saqib ha allertato le forze dell’ordine su richiesta di Saman, come testimoniano chat e messaggi vocali: la giovane temeva di essere uccisa e aveva chiesto al ragazzo di recarsi dai carabinieri se non si fosse fatta sentire per 48 ore.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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