Sta facendo molto discutere, in Francia, un sondaggio sulla laicità e sulla percezione che le minoranze etniche e religiose hanno nel concetto di autonomia e indipendenza nei confronti delle confessioni religiose. Una tema sentitissimo nel Paese d'Oltralpe, tanto che la laicità è iscritta nell'articolo 1 della Costituzione repubblicana francese del 1958. La polemica nasce dall'iniziativa lanciata in occasione della Giornata nazionale della laicità del 9 dicembre promossa, come riporta Ledevoir, dal canale laico franco-arabo Elmaniya, che ha commissionato all'Ifop un sondaggio per valutare la posizione dei musulmani francesi su questioni relative alla religione e al secolarismo. Il risultato mostra l'ampio divario tra i musulmani e la maggioranza dei francesi su questi temi. In particolare, il 78% dei musulmani francesi di età pari o superiore ai 15 anni considera il secolarismo - dunque l'aderenza politica e culturale ai principi della laicità - così come viene applicato oggi "islamofobico e discriminatorio".
Il sondaggio shock
Tra questi, il 44% considera la laicità un concetto molto discriminatoria e solo l'11% sembra essere d'accordo con la sua pratica attuale. Sono numeri importanti, considerando che secondo le stime, in Francia ci sono da 5 a 6 milioni di persone di origine musulmana (8-10% della popolazione). Quest'opinione è radicalmente in contrasto con quella dei francesi in generale, i cui sondaggi evidenziano regolarmente il desiderio di regole più severe in questo ambito, a differenza degli islamici. Lo scorso giugno, un sondaggio simile ha rivelato che il 67% dei francesi riteneva infatti che la laicità fosse minacciata e in pericolo dall'avanzata dell'islam. A differenza della stragrande maggioranza dei francesi (l'81%), quasi tre musulmani su quattro disapprovano il divieto di indossare a scuola abiti tradizionali come l'abaya, come deciso dal ministro dell'Istruzione nazionale, Gabriel Attal.
Allo stesso modo, il 65% dei musulmani disapprova il divieto per gli studenti di indossare simboli religiosi nelle scuole pubbliche, come il velo islamico. La laicità, ha dichiarato il ministro annunciando il divieto di indossare l'abaya, alla fine di agosto, "significa libertà di emanciparsi attraverso la scuola", descrivendo l'abaya come "un gesto religioso, volto a testare la resistenza della repubblica verso il santuario laico che la scuola deve costituire". Entrando in un'aula, ha aggiunto, "non si deve essere in grado di identificare la religione degli studenti guardandoli". La decisione del governo parigino era mirata a soddisfare le richieste dello Snpden, il sindacato nazionale degli insegnanti, che chiedeva da settimane al ministero dell'Istruzione di decidere in un senso o nell'altro, in modo tale che la responsabilità di accettare o rifiutare l'abaya a scuola non ricadesse più su insegnanti e dirigenti scolastici.
La maggioranza degli islamici vuole meno regole
Secondo il sondaggio shock, come riporta LeFigaro, la maggioranza dei musulmani francesi vorrebbe vedere allentate alcune regole: il 75% vorrebbe che venissero introdotte festività pubbliche per le feste religiose non cristiane (come l'Aïd-el-Kebir), mentre il 75% è anche favorevole a consentire agli atleti di indossare il velo o la kippah durante i Giochi Olimpici e un altro 75% vorrebbe che in Francia venissero concessi finanziamenti pubblici alla religione e al clero.
Tuttavia, solo il 47% dei musulmani vorrebbe vedere autorizzato l'uso del velo integrale: una percentuale che sale al 66% tra i musulmani di età inferiore ai 25 anni, indicando un maggiore rifiuto dei principi laici tra i musulmani più giovani. E così, anche un rischio di una maggiore radicalizzazione verso l'Islam politico. E questo è forse il dato più preoccupante, che dovrebbe allarmare le autorità francesi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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