Cos'è il finto villaggio di Baladia, la "mini Gaza" dove si addestrano i soldati israeliani

Nella base militare di Tze’elim sorge Baladia, un poligono israeliano per il combattimento urbano mascherato da finto villaggio arabo

Cos'è il finto villaggio di Baladia, la "mini Gaza" dove si addestrano i soldati israeliani
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In attesa di capire quando e se Israele lancerà la sua invasione di terra nella Striscia di Gaza, i soldati di Tel Aviv che saranno coinvolti nella delicatissima operazione, e in altre azioni simili, si stanno addestrando in un sito particolare. Siamo nel deserto del Negev, nella base militare di Tze'elim, dove sorge Baladia, un poligono israeliano per il combattimento urbano mascherato da finto villaggio arabo. È qui che gli uomini delle IDF, le forze di difesa israeliane, prendono confidenza con scenari impervi con i quali – nei quali – potrebbero presto trovarsi ad avere a che fare.

Il “villaggio” di Baladia

La struttura di Baladia si trova ad una trentina di chilometri ad est della Striscia di Gaza. Si estende per circa 7,4 miglia quadrate ed è costata circa 45 milioni di dollari. Il sito è stato costruito nel 2005 per consentire alle IDF di affrontare la natura mutevole dei conflitti tra Stati nazionali in spazi aperti e addestrate piccole unità di soldati a combattere in guerriglie urbane e contesti cittadini spesso congestionati.

Baladia – che in lingua araba significa “città” - è stata ideata anche grazie all’aiuto dell’esercito americano e di fondi Usa. Per la precisione, è stata istituita come risposta alle sfide portate sul campo dalla Seconda Intifada. Oggi che la tensione è alle stelle, e che la crisi tra Israele e Hamas potrebbe sfociare in una guerra regionale, i riflettori sono nuovamente puntati su questo strategico poligono di tiro. Dove i movimenti dei soldati sono osservati da sensori e telecamere per monitorarne i movimenti e correggerne eventuali errori.

Baladia include un labirinto di 600 strutture. Comprende strade, vetrine, scuole, case, baracche, condomini a molti piani e persino moschee con la chiamata del muezzin a risuonare dai minareti illuminati con luci verdi. I muri del villaggio ospitano svariati murales e graffiti, tra i quali uno che mostra combattenti della Jihad islamica sparare contro i nemici.

L’addestramento dell’esercito israeliano

Tra gli altri edifici della base troviamo un salone in una casa privata, decorato con fotografie di famiglia, fiori e giornali recenti. Colpi di mortaio ed esplosioni vengono simulati nel tentativo apparente di mostrare ai soldati ciò a cui potrebbero trovare al fronte. Magari proprio nella Striscia di Gaza. Non mancano infine, nel sottosuolo, tunnel con accessi invisibili per simulare i bunker di Hamas.

Chi si addestra a Baladia è solito riferirsi al villaggio con il nome Chiraq, ad indicare l’unione del teatro dell’Iraq e della violenza delle gang che insanguinano le metropoli statunitensi. Le simulazioni prevedono la conquista delle abitazioni, la bonifica delle singole stanze da eventuali nemici – ruolo ricoperto da altri soldati - e da ogni piano degli edifici presenti.

I gruppi di militari impegnati sono soliti adottare cani da guerra e piccoli droni. E, soprattutto, si allenano ad operare di concerto con team di ingegneri ed esperti, sia per aprirsi varchi nei muri che per evitare i blitz improvvisi dei nemici. Gli stessi che nella realtà potrebbero costare carissimi.

Sky News ha riferito domenica che, prima del previsto spostamento a Gaza, le truppe israeliane si erano addestrate in un sito replica di una città, non nominata, che aveva però gli stessi murales presenti sui muri del sito di Tze'elim.

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