I flirt, le foto in spiaggia, le accuse: la propaganda russa contro la vedova di Navalny

Yulia Navalnaya ha annunciato al sua intenzione di continuare la battaglia del marito, morto in carcere il 16 febbraio. I media e la macchina della disinformazione del Cremlino si sono subito attivati per screditarla

I flirt, le foto in spiaggia, le accuse: la propaganda russa contro la vedova di Navalny
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Yulia Navalnaya è diventata il nuovo nemico del Cremlino. La vedova di Alexei Navalny, l’oppositore di Putin morto in circostanze ancora poco chiare il 16 febbraio in una colonia penale, ha annunciato di avere intenzione di raccogliere il testimone del marito e portare avanti la sua battaglia contro il corrotto regime di Mosca. L’orda di media e social filogovernativi si sono attivati per screditarla fin da subito, affibbiandole già un soprannome denigratorio: rasveselaja vdova, la vedova allegra.

La campagna del fango contro Yulia è iniziata con un video a rallentatore del suo intervento non programmato alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, quando la notizia della morte di Navalny era stata appena diffusa dal Servizio penitenziario russo. La donna ha risposto con un sorriso appena abbozzato agli applausi dei presenti, un’indicazione per molti utenti social della sua “sete di attenzione e potere” nonostante la “maschera di dolore”. Un commento attribuito allo psicologo statunitense Paul Ekman, massimo esperto di espressioni facciali, definiva quel pallido accenno di sorriso come “la reazione di una donna che non riesce a trattenere la gioia e il sollievo”. Queste parole si sono poi rivelate essere fasulle. Lo studio di Ekman, contattato da Tv Dozhd, ha spiegato che “non fornisce consulenza su questioni politiche” e “non commenta il comportamento non verbale degli altri”.

Oltre al video, molti profili hanno fatto circolare una foto di Navalnaya sorridente, in spiaggia, accanto a un uomo. Commenti scandalizzati hanno accompagnato questo scatto: “Il giorno della morte di Navalny, Yulia si divertiva in spiaggia!”. L’immagine, però, risale all’agosto del 2021 ed è stata pubblicata su Instagram dal miliardario russo Evgenij Chichvarkin, accompagnata dalla didascalia “Con la first lady della bellissima Russia del futuro Yulia Navalnaya. Libertà per Navalny”. L’uomo è fuggito in Gran Bretagna nel 2008 ed è stato il bersaglio di un mandato di cattura internazionale per estorsione e rapimento fino al 2011, quando Mosca ha ritirato le accuse. Secondo alcune indiscrezione, avrebbe aiutato Navalny a finanziare la sua lotta alla corruzione e avrebbe coperto parte delle spese mediche del dissidente per le cure dopo l’avvelenamento da Novichok nel 2020.

Instagram miliardario fuggito

A Yulia Navalnaya vengono attribuiti altri flirt extraconiugali, come quello con il giornalista investigativo di Bellingat Christo Grozev, che aiutò Navalny a smascherare i suoi avvelenatori. “Si conoscono da molti anni, ma ora hanno una relazione. Yulia ha detto che Grozev va molto d’accordo con i suoi figli, specialmente con Zachar”, avrebbe detto una presunta assistente della vedova, Anna Gonchar. “Mi sono preso cura dei suoi viaggi per l’intero 2023. D’estate sono volati a Nizza. Hanno alloggiato nella stessa stanza. A dicembre sono volati insieme sul Monte Bianco per Natale”. Anche in questo caso, è stato dimostrato che le fatture di prenotazioni di alberghi diffuse per sostenere quest’accusa erano state falsificate.

Questo non ha comunque impedito ai siti della macchina propagandistica del Cremlino di definire Yulia Navalnaya come una “escort politica” e ai sostenitori di Putin di additarla come una traditrice della Federazione. Il fatto che viva all’estero da due anni e le foto in cui stringe la mano ai leader dell’Occidente bastano ai media governativi per apporle questo stigma.

Per il pubblico russo essere filo-occidentali significa tradire, lavorare per il nemico”, ha commentato la politologa Tatiana Stanovaja, sottolineando la grande sfida che Yulia dovrà affrontare per guadagnare credibilità agli occhi dei suoi compatrioti come successore del marito.

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