Continua il braccio di ferro tra gli Stati Uniti e TikTok. L'azienda cinese ByteDance, proprietaria del noto social network, ha citato in giudizio il governo Usa definendo la legge che la obbliga a vendere la piattaforma come "incostituzionale". TikTok sostiene che la legge in questione soffocherà la libertà di parola e danneggerà i creatori e i proprietari di piccole imprese che traggono vantaggio economico dal social. L'azienda ha affermato che la stessa legge è così "palesemente incostituzionale" che gli sponsor del Protecting Americans From Foreign Adversary Controlled Applications Act stanno cercando di ritrarre il provvedimento non come un divieto, ma come una regolamentazione della proprietà di TikTok. La battaglia sta dunque per entrare nel vivo.
La mossa di TikTok
Secondo ByteDance, la legge Usa viola il Primo emendamento. Inoltre, un disinvestimento "è semplicemente non possibile", soprattutto nei 270 giorni previsti dal medesimo provvedimento. "Per la prima volta nella storia, il Congresso ha approvato una legge per una singola piattaforma, che prevede un divieto nazionale e permanente e vieta a ogni singolo americano di partecipare a una comunità online con oltre un miliardo di utenti in tutto il mondo", ha scritto la società, in un documento di 67 pagine presentato in tribunale.
Secondo gli Stati Uniti, TikTok pone un rischio alla sicurezza nazionale, perché potrebbe consentire al governo cinese di accedere ai suoi dati. La legge, firmata dal presidente Joe Biden il 24 aprile, concede nove mesi - un anno, se il presidente dovesse concedere 3 mesi aggiuntivi - a ByteDance per vendere TikTok a un acquirente non cinese. In caso contrario, la app sarà vietata negli Stati Uniti. Per molti esperti legali, scrive il New York Times, il caso potrebbe finire davanti alla Corte Suprema.
"Non c’è dubbio: la legge imporrà la chiusura di TikTok entro il 19 gennaio 2025, mettendo a tacere i 170 milioni di americani che utilizzano la piattaforma per comunicare in modi che non possono essere replicati altrove", ha intanto affermato ByteDance impugnando la legge sulla vendita forzata.
Un braccio di ferro geopolitico
TikTok ha chiesto al tribunale di emettere una sentenza che dichiari che la legge viola la Costituzione e di proibire al Dipartimento di Giustizia di applicarla. Dall'altro lato il governo americano non ha alcuna intenzione di fare un passo indietro. TikTok ha inoltre sostenuto che un eventuale divieto devasterebbe 7 milioni di aziende e chiuderebbe una piattaforma che contribuisce all'economia statunitense per 24 miliardi di dollari all'anno.
Nel frattempo, ha ricordato Bloomberg, TikTok e altre piattaforme sono state colpite da centinaia di cause legali che le accusano di assuefare i giovani ai social media e di causare disagio mentale. Il Montana è diventato il primo Stato americano a emanare una legge che vieta ai residenti di utilizzare l'applicazione. A dicembre, un giudice federale ha tuttavia accolto l'argomentazione di TikTok sulla libertà di parola, bloccando la misura del Montana in attesa che la sfida legale si concluda.
In ogni caso, la legge Usa impone alla società madre di TikTok, ByteDance, di vendere la piattaforma entro nove mesi. Se la vendita è già in corso, la società avrà altri tre mesi per completare l'affare.
ByteDance ha dichiarato di "non avere alcun piano per vendere TikTok". Ma anche se volesse cedere, la società dovrebbe ottenere la benedizione di Pechino, che in passato si era opposta a una vendita forzata della piattaforma e che questa volta ha manifestato la sua opposizione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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