Dal mezzogiorno di ieri è fuori uso il cavo sottomarino “Estlink-2” che porta energia elettrica dalla Finlandia all’Estonia. Un’interruzione di servizio dolosa, secondo quanto ipotizzato dalle autorità: la polizia finlandese sta infatti indagando sulla petroliera “Eagle S” proveniente dalla Russia. L’ipotesi è di sabotaggio aggravato. Le autorità hanno svolto un sopralluogo sulla nave cargo e hanno deciso di procedere con il sequestro. "Siamo saliti a bordo, abbiamo parlato con diverse persone che lavorano sulla nave e abbiamo raccolto prove. L’inchiesta è in corso e continuerà per diversi giorni" le parole del capo della sezione Centro criminale nazionale della polizia finlandese, Robin Lardot.
La petroliera “Eagle-S” con bandiera delle Isole Cook trasportava benzina senza piombo caricata in un porto russo e farebbe parte della “flotta fantasma” di Mosca che opera per escludere il regime sanzionatorio. L’equipaggio del mezzo è stato interrogato e i rilievi sono proseguiti per diverse ore. Il National Bureau of Investigation per il momento non ha dichiarato se il danno, che si ritiene causato dall'ancora della nave, possa essere stato causato accidentalmente.
La “Eagle-S” in precedenza aveva navigato sotto bandiera turca e indiana, ma le autorità sono certe del legame con il Cremlino e con il suo progetto di aggirare il regime sanzionatorio relativo al petrolio. Secondo la stampa finlandese, al momento del presunto sabotaggio la nave cargo trasportava circa 35 mila tonnellate di benzina senza piombo. "Da ieri seguiamo la situazione" ha evidenziato il primo ministro di Helsinki Petteri Orpo.
In Estonia è stata convocata una riunione straordinaria di governo. "Siamo in stretto contatto con i nostri colleghi nel Baltico settentrionale", ha affermato il primo ministro estone Kristen Michal. In tutto dovrebbero essere quattro i cavi danneggiati, due dell'operatore finlandese Elisa (tra Finlandia e l'Estonia), uno della cinese Citic è stato danneggiato, oltre a un quarto cavo internet tra Finlandia e Germania, appartenente al gruppo finlandese Cinia. Ricordiamo che non si tratta del primo incidente in grado di comportare danni ai cavi delle telecomunicazioni e alle condutture energetiche nel Mar Baltico. A novembre erano stati messi fuori uso altri due cavi sottomarini nel Mar Baltico: uno dalla Finlandia alla Germania e l'altro fra la Lituania e la Svezia. Nel settembre 2022, invece, erano stati datti esplodere i gasdotti NordStream.
Non è tardata ad arrivare la presa di posizione dell’Ue. Bruxelles ha sottolineato di voler proporre ulteriori misure per contrastare la “flotta fantasma” di petroliere che portano petrolio russo in modo illecito.
"In risposta a questi incidenti - si fa riferimento anche a quelli dello scorso novembre - stiamo potenziando gli sforzi per proteggere i cavi sottomarini, incluso con uno scambio di informazioni rafforzato, nuove tecnologie per individuare i responsabili e capacità di riparazione sottomarina e cooperazione internazionale" si legge in una nota congiunta della Commissione e dell’Alta rappresentante: “Al momento non ci sono rischi per la sicurezza dei rifornimenti di energia elettrica nella regione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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