I punti chiave
La foto con i rappresentanti africani in occasione del summit Russia-Africa di San Pietroburgo, lo stesso al quale ha partecipato Vladimir Putin. I messaggi sul gruppo Wagner, con tanto di riferimento alla "patria" e alla possibilità di aiutarla nel caso in cui dovesse averne bisogno. Infine l'intervista rilasciata ad Afrique Media sulla rivolta scoppiata in Niger e l'appoggio implicito alla "lotta del popolo del Niger contro i colonizzatori". Evgenij Prigozhin sta riacquistando importante spazio di manovra dopo settimane di oblio, a conferma di un ruolo probabilmente ancora rilevante all'interno del sistema di potere che gravita attorno al Cremlino. C'era chi ipotizzava la rottura definitiva tra Putin e il fondatore dell'organizzazione di mercenari, con tanto di esilio di quest'ultimo in Bielorussia, e chi, come il capo della Cia, Bill Burns, si aspetta una vendetta da parte del presidente russo. Al momento la situazione sembra però essere ben diversa.
Prigozhin e la Wagner
Certo, Prigozhin è un personaggio che ama esporsi mediaticamente, con messaggi e commenti provocanti, spesso contradditori se non propagandistici, e dunque bisogna sempre prendere le sue parole con la massima cautela. In ogni caso, in un vocale pubblicato sul canale Telegram Grey Zone, l'ex cuoco di Putin ha spiegato che la brigata Wagner non starebbe reclutando nuovi mercenari ma sarebbe pronta a farlo se "la patria ne avrà bisogno".
"Oggi stiamo definendo i nostri prossimi compiti, il cui contorno sta diventando sempre più chiaro. Indubbiamente, questi sono compiti che saranno svolti in nome della grandezza della Russia", ha detto Prigozhin lasciando intendere una simbiosi tra i suoi combattenti e la Federazione russa. Nel messaggio, ha poi aggiunto che "sfortunatamente" alcuni dei suoi combattenti si sono trasferiti in altre "strutture di potere" ma che stanno cercando di tornare.
"Finchè non sperimentiamo una carenza di personale, non prevediamo di effettuare un nuovo reclutamento", ha proseguito Prigozhin. "Tuttavia, ti saremo estremamente grati se rimarrai in contatto con noi, e non appena la patria avrà bisogno di creare un nuovo gruppo che sarà in grado di proteggere gli interessi del nostro Paese, inizieremo sicuramente a reclutare", ha concluso.
La presenza in Africa
In un'altra circostanza, nel corso di un'intervista ad un media africano, Prigozhin ha fatto sapere che la Wagner è pronta a rafforzare la propria presenza in Africa. "Non stiamo riducendo (la nostra presenza) - ha affermato Prigozhin -, anzi siamo pronti ad aumentare i nostri vari contingenti". L'intervista telefonica è stata pubblicata su YouTube, varie agenzie occidentali non hanno potuto verificare la veridicità dell'audio, ma una voce che sembrava essere quella di Prigozhin si sentiva sotto una traduzione in francese.
Prigozhin ha inoltre detto che il gruppo Wagner sta adempiendo a tutti i suoi obblighi nel continente ed è pronto a sviluppare ulteriormente le relazioni con i Paesi africani. Il capo dei mercenari ha poi confermato che una nuova rotazione di forze Wagner è recentemente arrivata nella Repubblica Centrafricana in vista del referendum costituzionale in programma nelle prossime ore, e che potrebbe vedere il presidente Faustin-Archange Touadera prolungare il suo mandato.
I commenti sul Niger
Ancora su Telegram, Prigozhin si è esposto su quanto accaduto in Niger, parlando di lotta contro i colonizzatori. "Quello che è successo in Niger è una lotta del popolo del Niger contro i colonizzatori, colonizzatori che hanno imposto le loro regole di vita, le loro condizioni e li tengono in una condizione che era nell'Africa di centinaia di anni fa", ha commentato, evidenziando che il Niger "oggi sta effettivamente guadagnando l'indipendenza e liberandosi dei colonizzatori".
John Lechner, ricercatore specializzato su Wagner in Africa, citato dal Washington Post ha notato che non ci sono prove che la Russia o il gruppo Wagner siano direttamente coinvolti nel golpe in Niger. Ma ha sottolineato che sia le forze filorusse, sia quelle anti Mosca sfrutteranno la situazione per portare avanti le proprie agende.
Dal canto suo, il direttore della Cia, Bill Burns, ha definito Putin "l'ultimo apostolo della vendetta", aggiungendo che sarebbe sorpreso se Prigozhin sfuggisse a un'ulteriore punizione dopo l'ammutinamento del mese scorso.
Secondo Burns, citato dalla Cnn, Putin starebbe semplicemente "cercando di guadagnare tempo" per determinare se e come agire contro Prigozhin, per evitare di essere visto come una reazione eccessiva. "Se fossi Prigozhin, non licenzierei il mio assaggiatore di cibo", ha concluso Burns.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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