La propaganda anti-Israele non si limita solo ai cori nelle piazze o ai social network. Sono molti i gadget e i capi di vestiario che, in modo più o meno esplicito, richiamano alla distruzione dello Stato ebraico. Su Amazon sono pochi, viste le linee guida più stringenti. Su Etsy, sito di e-commerce destinato ai prodotti fatti a mano o vintage, se ne trovano invece alcune il cui messaggio non lascia spazio a sottintesi.
È il caso della maglietta che chiama alla “Resistenza fino alla reclamazione. Generazione dopo generazione, fino alla liberazione totale”. Il testo è accompagnato da vignette in cui si vedono una donna con il figlio, coperti da una kefiah, che sventolano una bandiera palestinese e utilizzano una fionda. Altro esempio è la felpa che riporta la citazione del comico egiziano Bassem Youssef: “Avere a che fare con Israele è così difficile. È come essere in una relazione con un narcisista psicopatico: ti incasina e poi ti fa credere che sia colpa tua”.
Si passa poi ad un cappellino che imita il celebre berretto rosso di Donald Trump, con la scritta “Make Israel Palestine again” al posto di “Make America great again”, e ai capi di vestiario che riportano una finta schermata di Google dove, alla richiesta di cercare Israele, il motore di ricerca risponde “intendevi forse Palestina?”. Toni sicuramente meno aggressivi rispetto ai primi due esempi, ma che nascondono comunque un malcelato desiderio di veder sparire lo Stato ebraico.
Altri oggetti in vendita su Etsy sono le stampe delle vignette di Vauro pesantemente critiche nei confronti di Israele, come quella in cui si vede una mano fasciata con la stella di David che schiaccia una poltiglia rosso sangue in un mortaio indicato come Gaza, e una felpa che riporta un’altra citazione di Youssef: “Guardate a Israele come se fosse Superman, quando in realtà è Patriota”. Il riferimento è al personaggio dei fumetti The Boys, una sorta di versione dell’eroe crudele, sadica e violenta.
Sullo store di Amazon l’esempio più evidente di propaganda anti-israeliana è la frase “From the river to the sea, Palestine will be free” stampata su magliette e tazze.
Questo slogan è stato più volte utilizzato nelle manifestazioni che hanno invaso le strade dell’Occidente dal 7 ottobre, e in molti lo hanno difeso sostenendo che non sia un messaggio di guerra, ma di convivenza pacifica tra due popoli. Il fatto che esso sia accompagnato da una mappa della regione in cui la bandiera palestinese campeggia su Israele, però, rende queste giustificazioni poco credibili.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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