Chiuso in una cella sotto terra, senza finestre e illuminata solo da una lampadina elettrica. Le foto della prigione libanese di Hannibal Gheddafi, quarto figlio del Rais ucciso nel 2011, sono state pubblicate da diversi media arabi e hanno generato scalpore a Tripoli. Il ministero della Giustizia del governo Dbaiba ha chiesto a Beirut il rilascio del 48enne arrestato nel Paese dei cedri nel 2015 per il rapimento dell’imam Moussa Sadr, fondatore del movimento Amal sparito nel 1978 in Libia.
All’epoca dei fatti, Hannibal aveva quattro o cinque anni, ma è comunque finito in manette. “Sono in condizioni miserevoli; non ce la faccio più. Tutto questa sofferenza per un processo del quale io non so nulla”, ha affermato il figlio di Gheddafi in un audio diffuso dai media libici. È spostato con una donna libanese, l’ex modella Alina Skaf, con la quale ha vissuto in Siria come ospite di Bashar Al-Assad dopo essere fuggito dal suo Paese in seguito alla morte del padre. Nel dicembre del 2015, dei membri di Hezbollah lo hanno convinto a rilasciare un’intervista per un quotidiano libanese tramite amiche della coniuge. All’incontro, però, Hannibal è stato rapito e portato clandestinamente nel Paese dei cedri, dove è stato consegnato all’esercito regolare di Beirut che lo ha deferito alla magistratura. A quel punto, il 48enne è stato accusato di nascondere informazioni sulla sparizione di Moussa Sadr e chiuso in carcere senza regolare processo.
Lo scorso luglio, Hannibal ha tentato un lungo sciopero della fame, ma dopo un grave peggioramento delle sue condizioni di salute è stato condotto in ospedale per essere sottoposto all’alimentazione forzata. Secondo i suoi legali, in cambio della sua liberazione le autorità libanesi hanno chiesto la cancellazione dei debiti di Beirut con la Libia, ovvero l’annullamento dei depositi finanziari libici nelle banche del Paese levantino congelati dal 2011 e pari a circa 3 miliardi di dollari. Questa versione è stata confermata dal ministero della Giustizia dell’allora governo Sarraj.
Hannibal Gheddafi, terzo figlio della seconda moglie del Rais Safia Faskash, è nato a Tripoli nel settembre del 1975 ed è sempre stato considerato la pecora nera della famiglia.
Tra le vicende che lo hanno coinvolto, si ricorda in particolare l’”incidente” diplomatico avvenuto in Svizzera nel 2008, quando picchiò gli inservienti di un albergo e fu trattenuto in carcere per due giorni. A seguito di questo avvenimento, il dittatore libico chiese alle Nazioni Unite lo scioglimento del Paese alpino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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