La terribile strage avvenuta lo scorso 26 ottobre a Lewiston, nel Maine, avrebbe forse potuto essere evitata. Robert Card, l'ex militare autore di una vera e propria carneficina che ha portato alla morte di 18 persone, prima del suo suicidio, aveva già dato evidenti segnali di squilibrio in passato, ma nessuno avrebbe considerato il pericolo.
Un soggetto pericoloso
Secondo quanto riferito dal New York Times, che ha citato delle fonti appartenenti alle forze dell'ordine locali, c'erano tutti i presupposti per temere un attacco da parte dell'ex militare. A quanto pare ben sei settimane prima delle strage di Lewiston una segnalazione era stata inviata alla polizia statale, informata del fatto che Card avrebbe potuto compiere una strage. Evento, poi, purtroppo accaduto davvero.
E ora le forze dell'ordine ammettono di aver ricevuto un allarme piuttosto esplicito. Allarme rimasto inascoltato. Le cose sarebbero forse potute andare diversamente se ci fosse stata più attenzione riguardo alla segnalazione ricevuta. Robert Card, ex riservista, aveva minacciato di fare una strage, ma una simile informazione non ha portato all'attivazione di tutte le procedure precauzionali necessarie: un errore imperdonabile, dato che quello del Maine è stato uno dei massacri peggiori della cronaca degli Stati Uniti.
Le avvisaglie
Il New York Times spiega che all'inizio del mese di settembre, il dipartimento per i riservisti dell'esercito si era messo in contatto con l'ufficio dello sceriffo per avvisare della situazione. Card mostrava seri segni di squilibrio. L'ex sargente era diventato violento, tanto da aver preso a pugni un amico, in più affermava di sentire delle voci e minacciava di prendere la pistola per uccidere le persone. Card aveva in odio i suoi commilitoni che, a suo dire, lo accusavano di essere un pedofilo.
Persino i familiari dell'uomo avevano denunciato la situazione alla polizia. In preda a veri e propri deliri paranoici, Robert Card era a tutti gli effetti un pericolo per la comunità e per se stesso. A riprova del fatto che il riservista avesse bisogno di aiuto, il suo passato ricovero presso un ospedale psichiatrico di New York lo scorso luglio: una degenza durata due settimane.
Aaron Skolfield, sergente dello sceriffo, si era recato presso l'abitazione di Card lo scorso 16 settembre per valutare di persona il suo stato, ma nessuno andò ad aprirgli alla porta. Skolfield ha poi dichiarato di essersi messo in contatto con la famiglia dell'ex soldato, chiedendo di avvisare le autorità in caso di pericolo. Nulla, però, è stato poi fatto.
La strage
Questa leggerezza nell'affrontare una situazione potenzialmente letale ha infine portato all'esito peggiore. Lo scorso 26 ottobre, intorno alle ore 19.00, Card ha preso la sua arma e si è presentato alla sala da bowling, uccidendo 7 persone. Poi, come se nulla fosse, è salito in auto ed ha raggiunto un bar-ristorante, dove ha ammazzato altre 8 persone.
Altre 3, ferite in modo grave, hanno poi perso la vita in ospedale.In poco tempo, il riservista ha ucciso 18 persone, ferendone altre 13. Dopo due giorni di fuga, l'uomo si è suicidato con un colpo di pistola alla testa.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.