"Amici Miei", il bar Necchi andrà all'asta: condannato l'ex-gestore di sinistra

Il locale di Firenze che nel film "Amici Miei" rappresentava il ritrovo preferito dei protagonisti delle "zingarate" dovrebbe andare all'asta. La società che lo gestiva dal 2008 è fallita da qualche anno e il tribunale di Firenze ha condannato l'ex-gestore (già candidato al consiglio comunale per la sinistra) a quattro anni per bancarotta

L'ex-Bar Necchi, "covo" dei protagonisti di Amici Miei, poco prima della chiusura (ad oggi) definitiva
L'ex-Bar Necchi, "covo" dei protagonisti di Amici Miei, poco prima della chiusura (ad oggi) definitiva

Chiunque passi da via dei Renai, a Firenze, dando una rapida occhiata all'altezza del civico 17 nota una saracinesca abbassata. A prima vista, potrebbe trattarsi di uno dei tanti esercizi commerciali che hanno cessato l'attività per la crisi. Per i cinefili però, quello non sarà mai un fondo sfitto qualunque, perché è passato alla Storia (con la "s" maiuscola) del cinema italiano: quello che dovrebbe andare presto all'asta è l'indimenticabile "bar Necchi", reso immortale dal film "Amici Miei". Proprio in quel bar, che adesso non esiste più da qualche anno, il regista Mario Monicelli immaginò la base delle "zingarate" del conte Mascetti, dell'architetto Melandri, del giornalista Perozzi e dello stesso Necchi, gestore del locale. Il posto che nella finzione accoglieva le "imprese" dei vari Ugo Tognazzi, Gastone Moschin, Philip Noiret e Duilio Del Prete non esiste più da qualche anno: rinominato in un secondo momento "Negroni Pizzeria Bar", proprio nelle scorse ore il tribunale di Firenze ha provveduto a condannare l'amministratore per il crack della società che lo gestiva dal 2008.

Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, si tratta di Daniele Locchi, candidatosi nel 2019 per il consiglio comunale fiorentino con la lista Sinistra Civica. L'imprenditore stato condannato a quattro anni di reclusione e a risarcire con una provvisionale di 500 mila euro la curatela. Locchi, nonostante la società fosse in stato di insolvenza dal 2010, secondo l’accusa, avrebbe aggravato il dissesto "con debiti e sanzioni tributarie, fino ad accumulare un passivo di circa 273 mila euro". Avrebbe portato l'azienda alla bancarotta anche omettendo "sistematicamente dal 2010 di versare gli obblighi previdenziali e tributari" accumulando debiti con l’Erario per circa 140 mila euro. Avrebbe anche tralasciato di pagare la tassa per il suolo pubblico al Comune di Firenze. E infine, avrebbe continuato ad "assegnarsi compensi da amministratore fino al 2015 per non meno di 20 mila euro l’anno".

C'è stato un tempo non lontano nel quale il locale era il fulcro della movida fiorentina, proprio grazie al film: era segnalato anche dai social e dalle guide come luogo "cult", per gustare un cocktail o un buon bicchiere di vino toscano. Nel 2017 il Comune di Firenze vi ha posto un targa commemorativa e l'anno successivo anche l'attore Gianmarco Tognazzi, uno dei figli dell'indimenticato Ugo, vi si recò per ricordare il padre.

A causa delle vicende sopracitate, il bar aveva di fatto chiuso i battenti circa quattro anni fa e a nulla sono valse le successive raccolte fondi lanciate sul web da numerosi fan di Amici Miei, per consentirne la riapertura sotto una nuova gestione. Non resta che attendere quel che sarà l'esito dell'asta. Per sperare ancora in qualche nuova "zingarata".

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