Non è ancora chiara la dinamica della morte per annegamento della 19enne pakistana Nayyab Shehzadi che ha perso la vita sabato scorso a Torino, nelle acque del fiume Po. Quelle degli inquirenti, fino a questo momento, sono solamente supposizioni che contrastano con i racconti dei familiari presenti sul posto al momento del drammatico incidente. La certezza è che la ragazza ha deciso di fare il bagno insieme a due amici, ma si è calata in acqua vestita, secondo i dettami della sua religione. Quello che poi è successo resta un mistero. Gli investigatori pensano che i vestiti bagnati possano aver influito nel tirare sul fondo la 19enne che potrebbe essere stata avvolta dalle correnti troppo forti.
L’incidente
Quando Nayyab ha cominciato ad annaspare i due amici hanno cercato di chiedere aiuto, sbracciandosi e urlando, tanto da richiamare l’attenzione di un 61enne, il quale si è tuffato ed è riuscita ad afferrarla e a riportarla a riva. La ragazza, priva di coscienza, è stata soccorsa poco dopo dai medici del 118. In un primo momento sono riusciti a rianimarla e, a quel punto, è partita la corsa verso l’ospedale Molinette di Torino. Il ricovero nel reparto di rianimazione, però, non è servito a salvare la vita alla giovane pakistana che, dopo una breve agonia, è deceduta.
La versione del padre della vittima
“Mia figlia ha fatto il bagno – ha dichiarato al quotidiano La Stampa il padre della 19enne – ma non è colpa dei vestiti. Non diciamo sciocchezze”. L’uomo ha confermato che la figlia si è immersa nel fiume con i vestiti e che la loro religione non prevede l’utilizzo del costume, ma ha escluso categoricamente che questo particolare abbia influito sulla sorte della ragazza. Anche gli altri giovani del gruppo dei pakistani hanno fatto il bagno con indosso gli indumenti e a loro non è accaduto nulla. I più piccoli sono rimasti a riva, dove si tocca, perché non sanno nuotare bene. Tra le ipotesi dell’annegamento, comunque, i carabinieri non escludono che Nayyab si sia potuta sentire male, ma le indagini sono solo all’inizio.
La pericolosità del tratto di fiume
Non era la prima volta che la famiglia Shehzadi si recava in quel tratto del fiume Po per trovare un po’ di refrigerio per le temperature bollenti degli ultimi giorni. Quell’area è molto pericolosa e non è balneabile. Anche se non ci sono divieti espressi, alcuni cartelli avvisano del pericolo per l’acqua alta, il fondale scosceso e le forti correnti. Tra i familiari della 19enne prevale lo sconforto per la prematura morte di Nayyab, ma sono tutti concordi nell’escludere che la colpa sia degli indumenti indossati.
“Il fatto che fossero vestite non c'entra nulla”, ha ribadito un cugino della ragazza, testimone oculare del tragico incidente, dato che anche lui era in acqua quando la giovane pakistana è annegata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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