- Che poi se Elon Musk non può parlare dei nostri magistrati, se il tutto diventa “ingerenza straniera”, com’è che il Papa - sovrano di uno Stato che confina con l’Italia - può giustamente dire ogni tre per due che dovremmo accogliere tutti?
- Ah, vorrei poi far notare che per mesi l’Italia ha criticato, accusato, sbeffeggiato la magistratura di uno Stato sovrano, come l’Ungheria, solo perché deteneva Ilaria Salis in carcere. Non era ingerenza, quella?
- Repubblica, dopo anni di governo rosso al Monte dei Paschi di Siena, che era praticamente fallita sotto la “loro gestione”, adesso titola sui “nuovi padroni” dell’istituto di credito. Si chiamano “proprietari”, non padroni.
- Andrea Valcarenghi riceverà un sussidio di 24mila euro, non pochi, grazie alla legge Bacchelli e al governo che glielo ha assegnato. Primo: ma com’è che l’esecutivo di destra deve dare soldi a un marxista? Boh. Secondo: dice lui che la decisione l’ha sorpreso ma forse “anche nelle persone peggiori può esserci qualcosa di buono”. Insomma, invece di ringraziare, insulta. Oltre che fricchettone, pure ingrato.
- Quanto odio la parola “clean sheet”. In italiano esiste, con lo stesso numero di parole, l’espressione “reti inviolate”: usiamola, come un tempo.
- Gira un video meraviglioso con tutte le star di Hollywood che negli anni hanno ripetuto senza ombra di dubbio che “Trump non diventerà mai presidente degli Stati Uniti d’America”. Già, ma nei vostri sogni. Godevole.
- A quanto pare Mario Draghi, diventato poi governatore della Banca Centrale Europea, si laureò con una tesi sulla mancanza di condizioni per approdare all’Euro. “La moneta unica - racconta oggi l’ex premier - allora era considerata un pò una follia, ricordo ancora il presidente della commissione di laurea che disse: 'ah sì, questo progetto della moneta unica europea è un pò come il piano regolatore di Roma... due follie, due bei sogni’”. Magico. Secondo Draghi i motivi per cui allora era impossibile creare una sola valuta stavano nel fatto che i Paesi erano ancora troppo diversi, soprattutto a livello economico. Ed è vero che ormai le “barriere” che c’erano allora, poi negli anni '80 sono cadute tutte e oggi l’Euro appare ormai irreversibile. La domanda è: a quale prezzo?
- Guccini lascia X. E stai cacchi.
- Il più grande mistero delle riunioni delle varie Cop, quest’anno siamo arrivati a 29, è cosa serva riunirsi ogni anno se ancora gli Stati non hanno nemmeno minimamente iniziato a mettere a terra gli obiettivi stabiliti alla Cop28 così come alla Cop27. Riunirsi meno, riunirsi meglio. E comunque potrebbero anche farla su Zoom: forse inquinerebbero di meno.
- Sapete quanto ci costerà raggiungere gli obiettivi climatici globali? Un calcolo decisamente spannometrico lo ha fornito un “Gruppo di esperti indipendenti di alto livello sulla finanza pubblica” presentando un rapporto alla Cop29 di Baku. La cifra è mastodontica: servono, in media, 6500 miliardi di dollari. All’anno. Ripeto: 6.500 miliardi di dollari all’anno, di cui 1,3 miliardi da dedicare ai paesi emergenti e in via di sviluppo ad esclusione della Cina. Molto bello. E chi paga? Ovviamente Pantalone. Nel senso che sempre a Baku un gruppo di Paesi ha ipotizzato di tassare le criptovalute, l’energia che si usa per farle girare e la plastica, oltre all’aviazione e ai combustibili fossili. La chiamano “solidarietà globale sulle attività inquinanti”, ma altro non sono che nuove tasse. Verdi, magari. Ma pur sempre tasse.
- Elio e le Storie Tese lasciano X. Gira voce che Elon Musk sia prossimo alla depressione.
- La giudice Silvia Albano, quella che ha bocciato i trattenimenti dei migranti in Albania, massima esponente di Magistratura Democratica, lascia X seguendo di fatto l’invito di Elon Musk. Al quartier generale del social network avranno sicuramente pianto.
- A Selva di Cadore un hotel rifiuta clienti israeliani considerandoli “responsabili di genocidio”. Tutti. Indipendentemente dalle loro idee su Netanyahu, sui coloni, su Gaza. Detta come va detta, questa è discriminazione. Ma visto che l’hotel è il loro, loro sono liberi di far entrare chi credono (come noi lo siamo di dire che così appaiono decisamente cretini).
- Sono sconcertato dall’ignoranza che circola in materia di fascismo e Costituzione. È tutto un ripetere che “la Carta vieta ai fascisti di scendere in piazza” quando non è affatto così. È vietata la ricostituzione del disciolto Pnf. Ed è reato commettere apologia di fascismo. Ma se uno si iscrive a Casapound e va in corteo con le bandiere italiane, come successo a Bologna, ne ha tutto il diritto. Checché ne dicano i centri sociali e Matteo Lepore.
- Censire i centri sociali e chiudere quelli irregolari. In un Paese normale, questa affermazione sarebbe la normalità. Logico. Banale. Fattuale. Ma noi non siamo un Paese normale, quindi se un partito - in questo caso FdI - presenta una mozione in Lombardia per mappare i centri sociali e tirare giù le serrande a quelli occupati o senza autorizzazioni “in violazioni delle leggi e delle normative”, invece di battere le mani c’è chi protesta. E difende gli abusivi. Sia chiaro: per chi parla, la questione non è zecche rosse o meno. I centri sociali irregolari andrebbero chiusi tutti, sia di destra che di sinistra. Ma è irrazionale che Luca Paladini, esponente del Patto Civico in Regione, ritenga “una vera violenza” voler chiudere tutte quelle realtà che non rispettano la legalità. L’unica “vera violenza”, caro Paladini, è quella degli esponenti dei centri sociali, stavolta a Bologna, che hanno malmenato un signore per strada in 10 contro 1. Nel silenzio generale dei grandi giornali.
- È sacrosanto che la Corte di Appello di Milano abbia condannato il Viminale per non aver sgomberato il centro sociale "Leoncavallo". Tre milioni di euro, forse pure pochi. Perché per anni e anni la famiglia proprietaria dell'immobile ha ottenuto ordini di sgombero che poi nessuno ha attuato. La Corte riconosce un principio sacrosanto ovvero che "è evidente che le esigenze abitative degli occupanti non possono mai giustificare la mancata adozione di misure efficaci a ripristinare il diritto".
- Repubblica titola “fuga mondiale da X”, citando Don Lemon, Elio e Le Storie Tese e il Guardian. Possiamo pure aggiungerci Jamiee Lee Curtis, Mara Gay, Sandro Ruotolo e altri. Ma definirla “mondiale” mi pare una pagliacciata: Musk non si preoccupò dei vari abbandoni quando spese 44 miliardi di euro per comprare il social network e rischiava di rimetterci fior fior di quattrini, con tutta l’intellighenzia contro, figuratevi se se ne sbatte ora che è il braccio destro del nuovo presidente degli Stati Uniti.
E comunque secondo il Financial Times, diverse aziende che avevano lasciato X per via delle norme troppo “blande” sulla moderazione dei contenuti, sarebbero pronte a tornare ad investire sulla piattaforma. Perché negli Stati Uniti, business is business. E con quattro anni di Trump davanti, meglio tenersi amico il genio sudafricano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.