Via i patrioti. Presto a Bologna ci saranno soli partigiani e partigiane. La modifica alla toponomastica introdotta dalla giunta Lepore arriva accompagnata dal sospetto di uno strisciante revisionismo. L'amministrazione di centrosinistra che guida il capoluogo emiliano ha infatti deciso di uniformare le diciture che, ai crocicchi delle strade, accompagnano l'intitolazione di vie, giardini e piazze a cittadini protagonisti della Resistenza. Spariranno di conseguenza le varie definizioni di "patriota", "patriota del secondo Risorgimento" o "caduto per la Liberazione" e verranno sostituite con il termine partigiano (o partigiana). Uguale per tutti. La correzione riguarderà un'ottantina di luoghi.
Toponomastica, la decisione della sinistra bolognese
"Non c’è alcun secondo fine, tutto nasce dalle tante segnalazioni dei cittadini che chiedevano lumi su questi sottotitoli", ha assicurato l'assessore alla toponomastica, Simone Borsari, come riporta il Corriere. Ma il cambiamento è destinato a far discutere, soprattutto per quella decisione di far sparire una dicitura - quella di patriota, appunto - che invece aveva una sua precisa contestualizzazione storica. A pensare male si fa peccato, ma spesso si indovina: qualcuno sospetta che la decisione della giunta possa addirittura nascondere un possibile sottotesto ideologico. Sarà un caso, ma il ritocco alla toponomastica - fanno notare i critici - arriva proprio ora che il termine patriota è stato valorizzato e utilizzato dal nuovo governo di centrodestra.
Le "radici antifasciste" e la richiesta dell'Anpi
Ma dal Comune spiegano che l'operazione sulla toponomastica era allo studio da tempo. "Ci abbiamo lavorato un anno arrivando alla conclusione che uniformare era la cosa migliore. Continuiamo a prenderci cura delle radici antifasciste della città e preservare la memoria di coloro che persero la vita per ridare dignità all’Italia", ha aggunto l'assessore Borsari. Al contempo la giunta ha eccepito la richiesta dell'Anpi di aggiungere il sottotitolo "Battaglia dell'Università" a via XX Ottobre 1944 e il sottotitolo "Studente universitario partigiano" a piazza Antonino Scaravilli.
Patriota: lo specifico significato nella Resistenza
Nomina sunt consequentia rerum, dicevano del resto i latini. I nomi rivelano l'essenza di ciò che indicano e, in questo senso, la modifica bolognese rischia di livellare (e impoverire) alcune diciture storiche dotate di un loro peculiare significato. Il termine patriota, fanno del resto notare alcuni studiosi, aveva un proprio valore all'interno della Resistenza. "Nel '46 quando ci furono i riconoscimenti per i resistenti, il ministero distinse i partigiani, cioè coloro che avevano partecipato ad almeno tre azioni armate, dai patrioti, che ne avevano fatte meno o nessuna, chiamati 'patrioti del secondo Risorgimento', proprio per differenziarli dal primo: una distinzione importantissima e con una sua sensibilità", ha spiegato al Corriere lo storico bolognese Luca Alessandrini.
"Decisione strumentale", la critica dello storico
Cancellare quella dicitura - ha aggiunto l'ex direttore dell'Istituto Storico Parri - "è una sciocchezza perché in realtà racconta tanto della
nostra storia. Questa decisione puzza di bruciato, sembra strumentale. Più che uniformare è semplificare con la conseguenza di disperdere definizioni storiche che avevano un senso quando furono fatte".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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