La sua “determinazione” nell’ucciderla era evidente, secondo gli investigatori. Ma c’è anche di in più: il delitto della ragazza potrebbe essere stato premeditato. “Ha cercato online come uccidere e come disfarsi del corpo della sua compagna Giulia Tramontano”, ha chiarito in conferenza stampa la pm Alessia Menegazzo riferendosi alle indagini che hanno portato al fermo di Alessandro Impagnatiello, che nella notte ha confessato ai carabinieri di aver ucciso la sua compagna incinta di 7 mesi.
"Si tratta di un omicidio premeditato - ha aggiunto nel corso della conferenza stampa in procura - Quando ha incontrato in casa Tramontano, aveva già deciso come ucciderla". Ecco le macabre ricerche online che secondo i pm proverebbero l’aggravante della premeditazione. Cinque minuti prima che Giulia Tramontano entrasse in casa, Alessandro Impagnatiello ha cercato su Internet "come disfarsi di un cadavere in una vasca da bagno" e "come ripulire macchie di bruciato".
Il movente del delitto di Giulia è da ricercarsi della “doppia vita” del killer. Aveva due relazioni parallele con due donne, entrambe erano rimaste incinte di lui, una delle due ha deciso di interrompere la gravidanza. Le ragazze però avevano iniziato a sospettare l’una dell’altra. Si sono incontrate nel pomeriggio di sabato, intorno alle 17, sotto l’hotel Armani dove lavorava la collega barista di Impagnatiello.
Un incontro franco, chiarificatore, tra le due donne. Giulia Tramontano era tornata a casa ma prima aveva annunciato la discussione al fidanzato. Aperta la porta di casa gli ha detto che lo avrebbe lasciato. “Me ne vado, vai a quel paese”. Lui ha deciso di eliminarla del tutto, infastidito perché aveva incontrato l’altra donna e gli aveva rovinato i piani.
Come è stato chiarito in procura, Alessandro Impagnatiello "ha inviato messaggi all'amica della compagna dal telefono della Tramontano quando l'aveva già uccisa". È entrato nel profilo whatsapp della ragazza, e ha inviato un messaggio di rassicurazione ad amici e familiari. “Sono stanca, vado a letto”.
Dopo l’omicidio, il 30enne che è in stato di ferma in attesa dell’interrogatorio di convalida del fermo davanti alla gip Angela Minerva, ha tentato di distruggere il cadavere in due momenti diversi: prima, in casa, cospargendola di alcol, poi nel box con benzina. Ha provato a ripulire dal sangue ma le tracce sono rimaste sia nel baule che sulle scale, e poi sono state trovate dai carabinieri con il luminol.
Gli investigatori hanno un altro terribile sospetto: Impagnatiello avrebbe potuto anche uccidere la collega con cui aveva la relazione parallela a quella ufficiale con la ragazza originaria di Sant'Antimo, in provincia di Napoli. Quest’ultima infatti, che aveva avuto una conversazione cordiale con Giulia, aveva ricevuto da lui un sms poche ore dopo l’incontro. “Se n’è andata. Sono libero adesso”, le ha scritto per poi chiederle di vedersi. Lei aveva provato a contattare la 29enne ma non ricevendo risposta aveva iniziato ad avere paura.
Ha detto di no al faccia a faccia con Impagnatiello proponendogli di parlarsi solo "dalla finestra". Una precauzione che potrebbe averle salvato la vita: nessuno può dire se un killer così brutale e spietato avrebbe potuto maturare la decisione di togliere di mezzo anche lei, che aveva capito tutto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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