Dal 2018 c’è un processo in corso in merito alla scomparsa di Luigi Celentano, alias “Giggino WiFi”. Ma questo processo non prenderebbe in esame tutte le circostanze, in particolare quelle temporali, che potrebbero aver concorso al giallo. Giggino è infatti scomparso da Meta di Sorrento il 12 febbraio 2017. Ma prima di scomparire, aveva denunciato due volte episodi distinti con presunti protagonisti distinti, una volta nel 2015 e la seconda volta poco tempo prima della scomparsa.
Il processo in corso prende in esame la denuncia del 2015, con cui venivano accusati tre giovanissimi, all’epoca tredicenni, per atti persecutori. In altre parole, Giggino aveva lamentato presunti episodi di bullismo ai suoi danni, che secondo la procura avrebbero a che fare con la sparizione del ragazzo. Il quale stando all’ipotesi accusatoria, si sarebbe allontanato volontariamente, per sfuggire alla derisione e all’omofobia, anche se al tempo della denuncia aveva una fidanzata.
Della decisione a denunciare aveva parlato con gli inquirenti la madre di Giggino, Fulvia Ruggiero: “C’era un gruppo di bulli che davano in continuazione fastidio, tanto è vero che soprattutto negli ultimi mesi, prima della scomparsa, tornava a casa sempre con qualche segno. Lividi… fino alla rottura del braccio… occhi gonfi… dicevo… Ma è possibile? Perché ti hanno preso così di mira? Non possiamo più avere una vita in santa pace? Mio figlio quasi tutte le sere tornava con i graffi, pieno di graffi, gli occhi gonfi”. La fidanzatina dell’epoca aveva inoltre raccontato di quando dei bulli - non necessariamente gli imputati - avrebbero abbassato pantaloni e slip in strada a Giggino.
“Chi l’ha visto?” ha ospitato la legale dei tre giovani, oggi maggiorenni, Maria Grazia Santosuosso, che ha spiegato: “Io credo che questa sia una forzatura che la procura fa, senza nessuna risultanza probatoria, che collega il fatto denunciato da Luigi nel 2015, tutto da verificare, alla scomparsa avvenuta nel 2017”. L’avvocato ha chiarito che non esistono indagini prima dello scomparsa e che lei e la sua collega non hanno trovato ricerche su cosa sia accaduto nel periodo tra gennaio e febbraio 2017, quando, per di più, Giggino aveva un braccio rotto.
Dei giovani interpellati in strada a Meta dalla trasmissione di Rai 3 hanno puntato il dito su presunti episodi di minacce domestiche. “Il problema sta nella casa. Il patrigno diceva al figlio ‘carnale’ che lo doveva sfottere, riguardo che se ne doveva andare. Lui se ne andava il ragazzo” ha raccontato un coetaneo di Giggino, aggiungendo che il padre fosse stato messo al corrente dal patrigno di negare il cibo a Giggino.
Anche mamma Fulvia aveva parlato agli inquirenti di disaccordi in casa, così come la fidanzata, che aveva aggiunto come il patrigno lo avrebbe costretto a restare fuori casa, tanto che il giovane a volte pare si rifugiasse da parenti a Vico. Il patrigno è stato denunciato da Giggino, e delle presunte frasi rivolte al ragazzo sono riportate a verbale: “Sei uno zingaro, tu e tutta la tua razza, appena mi intesto il contratto di locazione dell'abitazione sbatto fuori casa a te e tua mamma, sei un handicappato come tuo padre, ti rompo la testa, ammazzerò te e tua mamma”. Ma a “Chi l’ha visto?” il patrigno smentisce e liquida tutto come illazioni: “Non so perché mi abbia denunciato”.
Secondo la
ricostruzione, l’ultimo avvistamento di Giggino è avvenuto a Vico: il giovane si era recato dallo zio Franco, dicendogli, in maniera estremamente concitata, che qualcuno lo voleva uccidere. Da quel momento più nulla.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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