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Abbiamo demolito i servizi segreti Non ci resta che sperare

Abbiamo demolito i servizi segretie non sappiamo neanche da che parte cominciare. Non ci resta che sperare

Abbiamo demolito i servizi segreti Non ci resta che sperare

La liturgia prevede un'ondata di retorica, funerali di Stato al grido di «siamo tutti belgi» (d'altronde siamo già stati tutti americani e francesi), cortei in testa ai quali figurano politici di ogni specie. Trascuriamo il pianto della Mogherini e gli editoriali dei commentatori di rapido intervento. Fra tre o quattro giorni, ad esequie avvenute, ciascuno tornerà alle proprie occupazioni quotidiane. Chi muore giace e chi rimane si dà pace.

Questa è l'etichetta occidentale, a cui ci atterremo anche stavolta, dopo la strage di Bruxelles. Le migliaia di morti ammazzati a New York dai terroristi, le vittime di Charlie Hebdo, quelle di Parigi dello scorso novembre, senza contare i massacri di Londra e di Madrid, ci hanno insegnato soltanto a batterci il petto e a sgranare la corona del rosario.Quanto a neutralizzare i kamikaze di Allah, zero al quoto. Non sappiamo neanche da che parte cominciare. Aspettiamo il prossimo attentato, certi che arriverà presto trovandoci ancora impreparati, però pronti alla lacrima. In attesa noi italianucci, brava gente, confidiamo nel nostro stellone. Se i terroristi ci hanno risparmiato fino adesso, chissà, forse ce la caveremo anche in futuro.

Noi siamo per l'integrazione e il multiculturalismo, disposti a rinnegare la nostra identità, la cultura millenaria di cui siamo figli, le tradizioni ad essa legate. In effetti, fin qui c'è andata bene. Speriamo che San Gennaro ci assista. In caso contrario, ci attrezzeremo in proprio.Leggere i giornali e rabbrividire è una cosa sola. Gli intellettuali insistono: mentre i bastardi assassini non demordono e organizzano ecatombi, le menti elette ragionano pensando di farla franca. Peccato che i ragionamenti non stiano in piedi. Si invoca un intervento europeo coordinato, e non si tiene conto che l'Europa non esiste. Non ha una politica internazionale, non ha un esercito, non ha strutture comunitarie robuste. Campa (male) sull'euro. La finanza e la moneta hanno sostituito lo spirito necessario per dare all'Ue la voglia di compattarsi e affrontare il nemico, nato e cresciuto nelle capitali del Vecchio continente. Ogni Paese agisce come gli pare e può, in mancanza di un coordinamento generale. Stante la situazione, non si capisce chi possa prendere in mano il bastone del comando ed erigere una barriera protettiva contro gli islamisti, che non esitano a uccidersi per ucciderci.

L'Italia deve arrangiarsi. Ha un programma? Crediamo di no. Avevamo tempo fa un discreto apparato di sicurezza, guidato dai Servizi segreti, e non l'abbiamo più. Gli uomini dell'intelligence sono stati delegittimati, accusati di deviazionismo. Da anni li accusiamo delle peggiori nefandezze. Molti di essi li abbiamo perseguiti. Chiedere notizie in proposito al generale Pollari. La magistratura ha sempre considerato gli 007 persone di dubbia moralità, e ha fatto vedere loro i sorci verdi. Condanne a volontà. E adesso come facciamo a ricostruire una squadra di agenti capaci, non intimiditi dai rischi giudiziari che hanno segnato la storia di tanti loro colleghi gettati alla sbarra? Sarà dura.

D'altronde, non c'è alternativa, almeno per ora: una guerra europea tale da sgominare l'Isis non è ipotizzabile per i motivi accennati. Bisognerebbe istituire un nucleo di collegamento fra l'intelligence dei vari Paesi membri dell'Unione, in maniera da non disperdere energie e informazioni utili a prevenire attacchi proditori. Ma l'Europa non pare intenzionata a realizzare un piano, pertanto si profilano nuovi assalti, nuove carneficine. È triste dovere esprimere queste preoccupazioni, ma il lettore converrà che sono suggerite dall'osservazione della realtà. Una realtà scoraggiante. Dal 2001 (Torri gemelle) a ora non abbiamo mosso un dito allo scopo di tenere alla larga gli esaltati musulmani; ne abbiamo subito passivamente la violenza, con un atteggiamento fatalistico, cioè irrazionale. Sia l'Italia sia l'Ue non sono state all'altezza neppure di disciplinare l'immigrazione, pur nella consapevolezza che fra i migranti disperati abbondano coloro i quali hanno le caratteristiche per essere arruolati dal terrorismo militante.

Imbelli e storditi da un buonismo di maniera, noi europei diamo la sensazione di essere più inclini ad affrontare i pericoli di morte che non ad apparecchiarci per salvare la pelle. Difficile immaginare qualcosa di più deprimente.

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