Aeroporto senza passeggeri, ma la Regione Calabria paga Ryanair

I calabresi dovranno continuare a sborsare fiumi di denaro per mantenere in vita un aeroporto che l'Europa considera, sostanzialmente, inutile, economicamente insostenibile

Aeroporto senza passeggeri, ma la Regione Calabria paga Ryanair

E pensare che basterebbe una semplice strada per risparmiare centinaia di migliaia di euro all'anno. Invece no: i calabresi dovranno continuare a sborsare fiumi di denaro per mantenere in vita un aeroporto che l'Europa considera, sostanzialmente, inutile, economicamente insostenibile. Il perché è presto detto: lo scalo di Crotone potrebbe raggiungere il suo punto di equilibrio solo con una quota di passeggeri superiore ai 300mila all'anno; oggi, però, è in grado di assicurarne solo 70mila, se tutto andrà bene.
I vertici di Ryanair, l'unica compagnia presente al “Sant'Anna”, contano di raggiungere quella cifra grazie alla nuova programmazione per l'estate 2018 che, a partire dal prossimo 1 giugno, garantirà due nuove rotte verso Milano- Bergamo e Pisa.

Certamente un fatto positivo per uno scalo chiuso ormai dall'autunno 2016. Così come sono incoraggianti le parole del “sales & marketing manager Italia” di Ryanair, John F. Alborante, che ha confermato come le nuove (e uniche) tratte, in pochi giorni, abbiano registrato il boom di prenotazioni, anche grazie alle tariffe super low cost a partire da 9,99 euro.
Il guaio è che i voli programmati dalla compagnia irlandese non basteranno da soli a far quadrare conti perennemente in rosso. E a poco servono i toni trionfalistici del governatore del Pd Mario Oliverio, che ha assicurato «l’impegno continuo» della Regione Calabria «sia dal punto di vista politico che delle risorse economiche».
Il nodo sta tutto qui: senza i soldi pubblici quell'aeroporto non potrebbe stare in piedi. Le cifre sono da capogiro: la Regione, attraverso un contributo marketing per incentivare nuove rotte, ha assicurato un sostegno che oscilla dai 540 ai 570mila euro. Non è finita, perché anche i non proprio ricchi Comuni del Crotonese saranno costretti a pagare pegno. I tecnici calcolano che i municipi dovranno tirare fuori circa 16 euro per ogni passeggero che atterrerà al “Sant'Anna”. Un paradosso bello e buono: più turisti arrivano, più soldi dovranno elargire i cittadini.
Le somme non saranno versate direttamente a Ryanair, ma serviranno a pagare gli spazi pubblicitari che la società unica di gestione regionale, Sacal, mette in vendita all'interno dello scalo. Una sorta di trucco per non incorrere in infrazioni legate agli “aiuti di Stato” proibiti dall'Europa. In tutto sono 8 i Comuni coinvolti nel piano (Crotone, Cutro, Isola Capo Rizzuto, Cirò, Cirò Marina, Strongoli, Melissa e Crucoli). Tutti dovranno mettere sul piatto una parte dei fondi relativi alle royalties del metano estratto al largo delle loro coste.
Flora Sculco, unico consigliere regionale della provincia di Crotone, è però convinta che non ci sia altra strada per mantenere in vita il “Sant'Anna”, infrastruttura vitale in una provincia sostanzialmente isolata a causa dei pessimi collegamenti viari e ferroviari. «Quello di Crotone – spiega – è il primo aeroporto calabrese, scelto dagli americani perché sorge nel luogo più adatto dal punto di vista climatico e ambientale». Avere uno scalo nella città pitagorica non è una questione di pennacchio, nella regione dei mille campanili: «L'aeroporto serve un bacino d'utenza ampio e, oltre alla provincia, offre un servizio a territori come Sibari, Cassano allo Jonio e il Basso Jonio Catanzarese. Dobbiamo avere la capacità di attrarre turisti, ma questa per noi è soprattutto una questione psicologica: senza le infrastrutture la Calabria non può crescere, sono una precondizione indispensabile».
Non si tratterebbe, dunque, di uno spreco, perché, secondo il consigliere regionale, «non si può intervenire solo dove si pensa di realizzare una redditività economica: in Calabria è necessario spendere risorse per creare le condizioni di base, senza le quali lo sviluppo non è possibile».

Finora, in ogni caso, lo scalo crotonese ha creato voragini finanziarie: la vecchia società di gestione, Sagas, ha accumulato debiti per diversi milioni di euro. La nuova, invece, ha faticato e non poco per far ripartire i voli. La soluzione Ryanair, però, non pare sufficiente. La Corte dei conti europea, nel 2014, aveva fissato l'obiettivo minimo per la sopravvivenza a quota 300mila passeggeri. L'interrogativo è: cosa succederà a partire da ottobre, quando terminerà il piano della compagnia irlandese? Secondo alcuni addetti ai lavori, Ryanair potrebbe decidere di fermarsi ancora e di avviare anche la programmazione autunno-inverno. Certezze non ce ne sono. Ne hanno alcune i pochi crotonesi che, con realismo, ammettono la sostanziale inutilità dello scalo.

«Basterebbero – riflette uno di loro – due anni per fare una strada di 11 chilometri per collegare meglio i paesi di Simeri Crichi e Botricello: con quella, i crotonesi potrebbero raggiungere l'aeroporto internazionale di Lamezia Terme in 40 minuti. A quel punto, a cosa ci servirebbe il “Sant'Anna”?».

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