Il cadavere di Antonino Di Liberto è stato trovato ucciso all'interno di una Bmw blu nei pressi della sua abitazione. Fratello dell'ex sindaco del paese Pietro Di Liberto, aveva uno studio di commercialista in corso Aldo Moro, a Belmonte Mezzagno in provincia di Palermo. A lanciare l’allarme è stato un passante che questa mattina, intorno alle 9, ha trovato un uomo senza vita lato guidatore. L’uomo è stato trovato all'interno della sua auto in via Umbria, raggiunto da alcuni colpi d'arma da fuoco - almeno quattro quelli sparati verso il parabrezza. I carabinieri hanno trovato sei bossoli di pistola calibro 7.65. Il finestrino dell'auto è esploso sotto i colpi di pistola, mentre sul parabrezza sono ben visibili quattro fori lato guidatore.
Di Liberto è un commercialista molto noto in paese. Il fratello, Pietro Di Liberto ex sindaco di Belmonte Mezzagno è stato eletto con il sostegno del Pd. Gli investigatori stanno vagliando tutte le ipotesi, come quella della vendetta trasversale. Di Liberto infatti, ha parentela ingombrante, sarebbe cugino del pentito di mafia Filippo Bisconti: un nome pesante, ex boss del paese di Belmonte Mezzagno, poi collaboratore di giustizia, il quale ha aperto uno squarcio sulla ricostituzione della nuova Cupola di Palermo, smantellata da una recente operazione antimafia.
Cinque anni fa all'ex sindaco Pietro Di Liberto il Cga contestava "vincoli parentali e cointeressenze economiche con soggetti ed enti contigui alla criminalità organizzata" e lui aveva replicato: "Mi contestano la parentela di ottavo grado con il figlio del fratello di mia nonna, che non vedo da vent'anni e l'avere incontrato per lavoro un soggetto che risulta essere oggetto di indagini". Sul posto ci sono i carabinieri della compagnia di Misilmeri, il 118, il medico legale e gli uomini della polizia Scientifica che stanno effettuando i rilievi sulla scena del delitto.
Eppure Antonino Di Liberto non avrebbe mai ricevuto minacce, non si
sono registrate mai denunce era incensurato e non risulterebbero suoi legami coi clan. Ecco perché la pista della mafia resta viva ma sarà necessario provare davvero il suo legame con il cugino collaboratore di giustizia.
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