Agguato sulla A1: freddato il "re della mela annurca"

All'altezza del casello di Caianello, Pasquale Savanelli affianca Gennaro Galdiero e lo ammazza con quattro colpi di pistola

Agguato sulla A1: freddato il "re della mela annurca"

Quattro colpi di pistola, mentre guidava la sua Bmw. Gennaro Galdiero, imprenditore ortrofrutticolo di 40 anni, è dtato freddato all’altezza del casello di Caianello dell’A1 Roma-Napoli. Non è morto sul colpo. Prima è stato trasportato d'urgenza all’ospedale di Piedimonte Matese, in provincia di Caserta. Dopo alcune ore di agonia, i medici hanno dichiarato il decesso. A uccidere il "re delle mele", come Galdiero era conosciuto in Campania, è stato Pasquale Savanelli, un collega che nel cuore della notte si è costituito ai Carabinieri e ha confessato di essere il responsabile del delitto.

Galdiero, divorziato e convivente con una donna da cui aspettava un bimbo, era noto anche per aver partecipato a varie trasmissioni televisive come esperto ed esponente dell'Unione nazionale produttori ortofrutticoli. Era inoltre amministratore delegato del Consorzio Aop Serena, formato da 140 soci e specializzato nella produzione e commercializzazione di prodotti tipici come la Melannurca Campana I.G.P e varie tipologie di frutta, ortaggi e verdure provenienti dal basso Lazio e dell’Alto Casertano. E proprio sulle attività al consorzio che si concentrano le indagini degli investigatori visto che ne faceva parte anche l’azienda di Savanelli con sede a Presenzano. Come racconta il Corriere della Sera, quattro ore prima che Galdiero venga ammazzato, la sua compagna posta su Facebook uno scatto che lo immortala, in mezzo a un pescheto, al fianco di Savanelli. Il "re delle mele" sorride e abbraccia il collega 52enne. Savanelli appare più serio.

La fotografia si trasforma così in un pezzo di un puzzle complicatissimo che spinge il procuratore Corrado Lembo a seguire il caso in primissima persona. L’uomo, già noto alle forze dell’ordine per alcune denunce a suo carico, si è costituito alla stazione dei carabinieri di Vairano Scalo accompagnato dai suoi avvocati. "Sono stato io ad ucciderlo", ha detto ai militari a cui ha consegnato una Smith & Wesson calibro 38, l'arma legalmente detenuta con cui ha fatto fuoco, sparando per quattro volte. Subito dopo la procura di Santa Maria Capua Vetere ha emesso nei suoi confronti il provvedimento di fermo.

Savanelli non ha voluto fornire dettagli sul movente, forse lo farà in sede di convalida da parte del gip. Proprio in attesa di tali decisivi chiarimenti gli inquirenti continuano, dunque, a privilegiare la pista del delitto legato all’attività lavorativa dei due imprenditori. Di certo Savanelli è stato l’ultimo a vedere Galdiero: i due ieri hanno pranzato insieme in un ristorante vicino al luogo del delitto, i camerieri e il proprietario del locale hanno confermato la circostanza.

Non è improbabile che abbiano avute una lite per motivi lavorativi e che Galdiero si sia poi allontanato in auto, seguito poi dallo stesso Savanelli che, con la sua vettura lo ha affiancato facendo fuoco più volte ad altezza d’uomo. I medici dell’ospedale di Piedimonte hanno accertato è stato raggiunto da due proiettili al volto, uno al torace e il quarto all’altezza della scapola.

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