Tragico incidente sul lavoro al porto di Ancona dove un operaio di 33 anni originario di Pavia è morto sul colpo dopo essere stato colpito da un cavo d’acciaio. La cima d’ormeggio, in tensione, si sarebbe improvvisamente spezzata a metà colpendo con una violenta frustata il portuale alla base del collo, mentre era di spalle. È accaduto all’alba di questa mattina durante le operazioni di carico e scarico della nave portoghese Bf Philipp attraccata alla banchina 23 della nuova darsena. L’allarme è stato dato subito da un collega presente alla scena, ma nonostante l’immediato intervento dei medici del 118 e della croce gialla per l’operaio non c’è stato nulla da fare.
I militari della capitaneria sono arrivati sul luogo per stabilire la dinamica dell’incidente, con loro anche l’ammiraglio Enrico Moretti, comandante del porto. Le indagini sono coordinate dal pm Rosario Lioniello, che ha innanzitutto posto sotto sequestro la cima. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, l'uomo non sarebbe stato direttamente interessato alle operazioni di attracco della nave portacontainer. L’addetto alle operazioni portuali, dipendente dell’agenzia marittima Archibugi, era nato a Pavia e viveva da tempo nel capoluogo marchigiano con la moglie e due figli.
"Non si possono fermare queste stragi solo con le parole", ha detto Roberto Ascani, segretario generale Fit Cisl Marche, per il quale "la sicurezza è diventata un'emergenza" e
sono necessari "fatti concreti, a partire dai controlli e dalla cultura della sicurezza, che non può essere considerata un costo ma un'opportunità di dignità per le persone che operano negli ambienti di lavoro".
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