Le notizie sul vaccino AstraZeneca in queste ultime settimane si sono rincorse in modo veloce e, a tratti, anche burrascoso tale da lasciare aperti dei margini di dubbio sulle modalità del proseguo della campagna vaccinale. Dopo lo stop del 15 marzo, in via del tutto precauzionale e durato tre giorni, il 6 aprile scorso la raccomandazione del ministero della Salute di somministrare il vaccino solo agli over 60. Una decisione che ha fatto seguito alle indicazioni dell’Ema e dell’Aifa e agli orientamenti assunti da Germania, Spagna e Francia. Il motivo, come spiegato dagli esperti del settore, è legato al fatto che i casi di trombosi “più frequenti dell’atteso” sono stati riscontrati fino ai 60 anni.
Ieri la notizia diffusa da Adnkronos sullo stop del vaccino anglo svedese ai militari e agli appartenenti delle forze dell’ordine che ha creato confusione in un momento già poco chiaro. A sollevare su IlGiornale.it uno stato di preoccupazione generale sulle decisioni legate ad AstraZeneca è il segretario generale del Sindacato Autonomo di Polizia Stefano Paoloni, il quale ci racconta che il 90% dei poliziotti ha ricevuto la prima dose di vaccino e i dubbi fanno riferimento a due aspetti: "Il primo - ci spiega - si lega alla necessità di capire come il restante 10% verrà vaccinato. Il secondo - prosegue - è quello di avere informazioni chiare e precise sulla sicurezza del richiamo". Secondo la circolare della direzione centrale della Sanità “non vi è alcuna controindicazione al completamento del ciclo vaccinale con lo stesso vaccino a prescindere dall’età anagrafica”. Ma i dubbi nel Corpo di polizia dopo le notizie degli scorsi giorni ci sono e anche tanti.
“C’è molta preoccupazione – afferma Paoloni - rimaniamo in attesa delle indicazioni del Cts sperando di avere chiarimenti presto”. Il Sap, è stato uno tra i primi sindacati che da quando è partito il vax day si è opposto all’utilizzo di AstraZeneca perché come dichiara Paoloni “le evidenze scientifiche di allora garantivano solo che non ci si sarebbe ammalati in modo grave nel caso in cui si fosse contratto il virus ma che questo non avrebbe impedito di trasmettere ad altri la malattia”. Il lavoro dei poliziotti si svolge a stretto contatto con i cittadini e questo, all’interno del Corpo, fa sorgere l’apprensione di poter essere, anche involontariamente veicolo di contagio. “Ogni giorno i nostri uomini- afferma Stefano Paoloni – eseguono diversi interventi che li vedono impegnati a stare vicini alla gente.
Ci sono poi gli agenti impegnati nelle operazioni di sbarco ed identificazione dei migranti i cui arrivi sono iniziati ad aumentare nelle ultime settimane. Insomma incontrano diverse centinaia di persone. Motivo per il quale vogliamo che ci siano tutti i margini di sicurezza”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.