C'è un luogo della nostra vecchia cara Europa che rischia di diventare, almeno sul piano simbolico, un luogo di riferimento dell'internazionale di sinistra, ovvero il Cern di Ginevra. Sì, proprio quello, il più grande laboratorio del mondo di fisica delle particelle. Il Cern è un riferimento forse inconscio dei protagonisti della sinistra italiana, quella in cui salotti hanno preso il posto delle fabbriche e dove la parola scissione ha divorato gli altri termini programmatici, da salario a proletario.
Lo spunto ce lo dà un volto nuovo della politica nostrana, Prodi, che nelle scorse ore ha dato il suo appoggio al Pd perché tiene unito il centrosinistra, e ha bocciato il leader di Liberi e uguali, Grasso, considerato divisivo. Ora, non serve scomodare Lapalisse per accorgersi che Leu si è separato dalla macromolecola renziana, ma al suo interno tiene insieme con labili filamenti altre scissioni. Contiene Sinistra italiana, Fassina + Sel, gli ex di Sinistra e libertà, quelli di Mdp-art 1 (i bersaniani per intenderci) e Possibile di Civati.
Mdp, movimento dei democratici e progressisti, a sua volta è frutto di una scissione dal Pd avvenuta nel febbraio di un anno fa, dal Pd renziano. Che a sua volta, oggi, cova scissioni. Contestando al capo le liste elettorali, la minoranza capeggiata da Orlando minaccia di andarsene ma solo, dicono, dopo le elezioni, cioè dopo avere portato a casa qualche seggio. Ma anche nella maggioranza c'è maretta perché in molti temono che anche Renzi immagini una sua scissione verso un più agile PdR, il partito di Renzi senza ciò che rimane degli inutili musoni e correnti non allineate. Una di queste, per fare un esempio, i Giovani turchi, già affronta i misteri insondabili della fisica quantistica scindendosi tra i seguaci di Orlando e quelli di Orfini.
Mi stavo dimenticando il Campo progressista, quello di Pisapia, che però si è sgretolato prima di vedere la luce. Il manipolo di deputati che aveva in Parlamento ha subìto la scissione più dolorosa, quella dalle liste: tutti non ricandidati tranne la Boldrini che corre con Leu.
Ma attenzione, ancora più a sinistra troviamo il Partito comunista di Rizzo, che merita un premio per la coerenza linguistica, ma che a forza di scissioni è rimasto da solo. E infine, gli ex di Rifondazione, ora promotori di Potere al popolo, che corrono da soli e quindi hanno già una sorta di piccolezza materica per ora non scindibile.
Tra gli alleati del Pd, nel mitologico centrosinistra unito, troviamo anche quelli di Insieme, Psi+Verdi+Area civica, prodiani. Finalmente, con il nome Prodi siamo arrivati quasi alla fine.
Mi sono laureato con illustri professori marxisti che mi parlavano della Weltanschauung, visione del mondo ma anche reazione emotiva e antropologica alla realtà. Essere di sinistra voleva dire «avere una visione del mondo». Ora invece la sinistra nostrana si è scissa, meglio dispersa, in tante particelle che vagano nell'aria sempre più inquinata del cielo italiano.
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