Il salvataggio delle banche venete è ormai realtà col decreto varato dal governo. Banca Intesa con un comunicato ha fatto sapere che l'esito positivo dell'operazione è subordinato a un percorso di apprivazione senza ostacoli del decreto. Il contratto di cessione a Intesa San Paolo di alcune attività di Popolare Vicenza e Veneto Banca - spiega na nota di Ca' de Sass "include una clausola risolutiva, che prevede l'inefficacia del contratto e la retrocessione alle banche in liquidazione coatta amministrativa del perimetro oggetto di acquisizione, in particolare nel caso in cui il Decreto Legge non fosse convertito in legge, ovvero fosse convertito con modifiche e/o integrazioni tali da rendere più onerosa per Intesa Sanpaolo l'operazione, e non fosse pienamente in vigore entro i termini di legge". E sul tema è intervenuto anche il premier Paolo Gentiloni: "L'intervento del governo sulle banche venete, ha spiegato, "è stato non solo legittimo ma doveroso" ed è rivolto "non certo ai responsabili del dissesto, ma ad altri: ai 2 milioni di clienti, alle pmi, all'economia del territorio". "Ho sentito parlare di regalo ai banchieri - ha aggiunto - chi fa questo discorso fa cattiva propaganda".
Anche il presidente dell'istituto Gian Maria Gros-Pietro ha commentato l'operazione spiegando che non c'è nessun "regalo"da parte dello Stato. "Chi dice queste cose - ha spiegato - non ha compreso il meccanismo. Intesa prende a suo carico una quantità di debiti e prende a proprio vantaggio la parte sana degli attivi che non sono assolutamente sufficienti a pareggiare la parte sana degli attivi, che prende a proprio carico.
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