Bergamo, mamma morta per dimagrire: "Era stata offesa per il peso"

La donna, diventata mamma da nove mesi, è deceduta durante il quarto intervento per la riduzione dello stomaco

Bergamo, mamma morta per dimagrire: "Era stata offesa per il peso"

Non voleva neanche farla quell'operazione Erika Colombatto, forse sentiva che qualcosa sarebbe andato storto. Rimane il fatto che il quarto intervento per dimagrire non l'ha superato ed è morta. Ora però è il marito a spiegare perché il peso era diventato un problema insormontabile.

La giovane mamma torinese aveva scelto il Policlinico di Ponte San Pietro, nel bergamasco, per sottoporsi alle operazioni di riduzione dello stomaco per riuscire a perdere quei chili accumulati in gravidanza. Avevo dato alla luce la piccola Sofia da appena 9 mesi e già voleva tornare in forma e senza fatica. Ma dietro il disagio di Erika probabilmente c'era qualcosa di più. È il marito marocchino Younes Lhou a raccontare alcuni episodi che hanno convinto la moglie ad andare per la quarta volta sotto i ferri.

Le offese per il peso

"Ha sempre avuto problemi di peso e ci soffriva - ha spiegato l'uomo al Corriere della Sera - Per due volte si era informata sull'intervento di riduzione dello stomaco ma aveva cambiato idea. Ha deciso di fare l'intervento dopo che nel giro di due giorni uno che passava in macchina le ha gridato 'cicciona' e al luna park l'hanno fatta scendere da una giostra per il peso". Dire che è colpa degli insulti è probabilmente esagerato ma, se è vero quanto racconta il marito, le offese devono aver influenzato particolarmente la decisione di Erika.

Il racconto dell'amica

A rendere ancora più dolorosa questa storia c'è anche la testimonianza di una compagna di stanza dell'ospedale della giovane mamma. "Ci siamo trovate in camera insieme il 21 giugno - racconta Alessia Ferra, trentenne torinese - Non era solare: di più. Ma continuava ad avere paura dell'operazione". Il 23 giugno entrambe vengono operate: "Io sono andata a casa il giorno dopo, lei ha deciso di fare un po' di riabilitazione. Ma abbiamo continuato a sentirci". Dopo tre giorni Erika comincia a stare male e a vomitare. Una Tac evidenzia una fistola, complicanza tipica di questo intervento e che nella maggior parte dei casi si rimargina da sola. Ma stavolta non è così, la paziente sta male e viene rioperata. "Mi ripeteva: amore, sto male, non sentiva più un piede, non poteva nemmeno più andare in bagno da sola", continua il marito. La fistola si riapre ed Erika viene sottoposta a un terzo intervento. "Era diventata molto pessimista, mi scriveva: da qui non uscirò più", confida Alessia Ferra.

Infine, giovedì scorso, la quarta operazione per l'installazione di una protesi: "Ho aspettato cinque ore - racconta il marito - poi sono usciti e mi hanno detto: sua moglie è morta. Ora voglio sapere perché".

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