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Appena mete piede in carcere aggredisce comandante e agenti

Il camerunense si è da subito opposto alle operazioni preliminari di incarcerazione, scagliandosi prima contro il comandante di reparto, e poi aggredendo con calci e pugni i 3 agenti intervenuti in sua difesa

Appena mete piede in carcere aggredisce comandante e agenti

Non ha fatto in tempo a mettere piede nel carcere della Dozza di Bologna, che subito si è reso protagonista di disordini e violenze nei confronti del personale della struttura.

Si tratta di un uomo di nazionalità camerunense che, da poco tratto in arresto, si è fin da subito opposto alle pratiche previste per il primo ingresso all'interno della casa circondariale, ovvero la visita medica e l'immatricolazione. Come riferito dai sindacati Uil Pa Polizia Penitenziaria e Sinappe, lo straniero si è rivoltato contro il comandante di reparto, Dott. Roberto di Caterino, aggredendolo con calci e pugni. Un trattamento esteso anche ai 3 agenti intervenuti in suo soccorso, rimasti lievemente feriti.

"Sembra esserci una inarrestabile escalation di aggressioni ai danni degli agenti ", lamenta il segretario regionale Uil di polizia penitenziaria Domenico Maldarizzi. Come riportato da "BolognaToday", il sindacato chiede più garanzie per i poliziotti e l'inasprimento delle pene previste per le violenze commesse nei loro confronti, anche in carcere. "Il ministro Bonafede faccia allora in modo, per esempio, che l’inasprimento delle pene non riguardi solo chi si scaglia contro le forze dell’ordine nelle manifestazioni di piazza. Ma si batta e pretenda l’introduzione di un nuovo reato – o almeno di un aggravante che aumenti il minimo edittale – per chi commetterebbe violenze ai danni degli operatori della sicurezza trovandosi in stato di detenzione".

Anche il Sinappe condanna il gesto ed esprime solidarietà nei confronti degli agenti aggrediti. "L'Istituto bolognese é già noto per questi episodi, e non tolleriamo che questo possa soventemente accadere, senza che vengano date risposte serie e concrete nei confronti dei lavoratori e della collettività".

"Ci appelliamo ai vertici politici e istituzionali ma nel frattempo non resteremo spettatori di questi teatri", preannuncia Giuseppe Merola, come riportato da "Il Corriere della Sera"."Manifesteremo il nostro dissenso a mezzo presidi di protesta".

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