"Non ci fermeremo, Renzi stai sereno" , dicevano gli insegnanti al corteo di protesta. E, come annunciato, oggi sono state avviate le misure promesse. A partire dal blocco degli scrutini adottato in diverse scuole italiane. Ma c'è chi si spinge oltre. A Bologna, per esempio, è iniziato uno sciopero della fame contro la "Buona scuola" voluta dal governo. Proprio oggi, infatti, è il giorno d’avvio dei lavori in commissione al Senato e che dovrebbe portare la legge in Aula a metà mese. Insegnanti, studenti e genitori hanno iniziato un digiuno a staffetta che coinvolgerà decine di persone.
Tutti promettono di portare avanti l’iniziativa almeno fino al 13 giugno quando la legge dovrebbe andare in Aula. Come spiega il docente Giovanni Cocchi al Fattoquotidiano.it: “La nostra è una pressione verso i senatori perché votino coscientemente questo provvedimento. Votino se vogliono anche a favore, ma lo leggano e non lo votino per disciplina di partito“.
"La scuola pubblica ha fame di uguaglianza - scrivono gli organizzatori dello sciopero a staffetta - di risorse, di diritti, di ascolto". Di fronte alle scelte del governo Renzi, proseguono i manifestanti, "non resta che opporre i nostri corpi allo snaturamento selvaggio della più importante istituzione culturale del nostro paese, organo costituzionale della Repubblica come ebbe a definirla Piero Calamandrei: la scuola pubblica così come l'abbiamo conosciuta, gratuita, accogliente, aperta a tutte e tutti, sta per essere cancellata sostituita da un sistema scolastico autoritario, differenziato, diseguale e quindi ingiusto".
Gli insegnanti
spiegano la volontà di alternarsi con turni di 4-6 ore in cui potanno soltanto bere. "La scuola ha fame di risorse", si legge sugli striscioni: un'azione simbolica avviata nel pomeriggio di ieri.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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