Brescia, agenti aggrediti con lamette da magrebini inneggianti Isis

Scatta l'allarme dei sindacati nel carcere Canton Mombello dopo l'ennesimo episodio di violenza commesso dal più pericoloso dei due soggetti responsabili, già allontanato dalla medesima struttura nel novembre del 2017

Brescia, agenti aggrediti con lamette da magrebini inneggianti Isis

Hanno aggredito alcuni agenti di polizia penitenziaria in servizio presso la struttura carceraria del Canton Mombello di Brescia utilizzando la gamba spezzata di un tavolo e delle lamette nascoste addosso ed inneggiando all'Isis. Per questo motivo il sindacato lancia un nuovo appello accorato, indirizzandolo direttamente al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.

"Non si può assistere passivamente ad episodi del genere specie se è in serio rischio la vita medesima dei poliziotti. Ragion per cui lanciamo un grido di allarme nei confronti delle più alte cariche dell'amministrazione penitenziaria, se non allo stesso ministro della giustizia, affinché trasferiscano con la massima urgenza detenuti facinorosi ed estremamente pericolosi", chiede Calogero Lo Presti, coordinatore regionale della Cgil polizia penitenziaria, come riportato dal "Giornale di Brescia".

I responsabili di questo ennesimo episodio di violenza commesso all'interno di un carcere ai danni delle forze dell'ordine sono due detenuti di etnia magrebina.

Uno dei nordafricani, che già si era reso protagonista anche nel più recente passato di episodi di aggressione, era stato trasferito nella casa circondariale di Brescia da quella di Cremona. Il compare, se possibile, è un individuo ancora più pericoloso, come riferito sempre dal sindacato.

Il nordafricano era già stato ospite del carcere Canton Mombello, dal quale era stato allontanato a causa dei numerosi episodi di violenza di cui si era reso protagonista. Vicino a personaggi strettamente legati all'Isis, aveva già in altre circostanze aggredito agenti di polizia penitenziaria ed addirittura fomentato una rivolta in carcere.

Definito in modo esplicito, sempre dal sindacato, uomo "non incline al rispetto delle regole penitenziarie nè al rispetto dei lavoratori, tantomeno dello Stato", come riportato da "BsNews", a causa dei numerosi problemi creati era stato allontanato dal penitenziario bresciano in data novembre 2017. Il provveditore regionale della Lombardia aveva firmato per definire il suo trasferimento in un altro carcere.

All'inizio dell'anno, tuttavia, è stato nuovamente arrestato, facendo ritorno dietro le sbarre proprio a Brescia. Visti i suoi trascorsi e quanto commesso, quindi, la Cgil ha lanciato il nuovo appello, parlando di una scelta che ha "messo in allarme e creato forte preoccupazione nei poliziotti già minacciati di morte ma anche nell’intero istituto penitenziario, riconoscendo nel soggetto una spiccata pericolosità per se e per gli altri ".

Una richiesta di trasferimento che deve essere accolta ad ogni costo, chiede il sindacato.

"Non vorremmo essere costretti nel caso di esito negativo, a sensibilizzare anche l’opinione pubblica e la società civile, per il tramite degli organi di stampa, per i gravi rischi che stanno correndo diverse unità di polizia penitenziaria nel prestare il proprio mandato istituzionale presso la predetta casa circondariale", conclude il comunicato.

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