Solo qualche giorno fa, Falvio Briatore ha difeso con le unghie il figlio Nathan Falco dagli haters che gli davano del "ciccione". Dopo averli messi al loro posto e zittiti, l'imprenditore è passato a parlare del futuro del ragazzino. Intervistato dal settimanale Oggi, ha spiegato che non intende mandarlo all'università perché "sarò io a formarlo". "Se uno ha una vocazione deve essere libero di assecondarla - ha continuato - ma a me non serve un laureato, mi serve uno che porti avanti quello che ho costruito: se mi serve un commercialista o un avvocato lo chiamo e gli pago la parcella".
L'imprenditore è stato chiarissimo. Questa è la sua posizione che evidentemente non è andata a genio ad alcuni. E fra questi alcuni c'è il vice direttore ed editorialista del Corriere della Sera, Massimo Gramellini. Nella sua rubrica Il caffè ha puntato il dito contro Briatore. Prendendola alla larga, ha colto l'occasione per paragonare le idee dell'imprenditore "al politico contemporaneo che considera le competenze uno sfizio da tecnici e le conoscenze un impaccio al dispiegarsi della creatività". Un attacco bello e buono anche al governo, quindi. Da qui, poi, Gramellini ha iniziato a parlare dell'importanza della cultura, del pensiero di Sergio Marchionne e di come "il virus dello studio" debba "diffondersi anche tra i figli di papà". Cita Marchionne, ma le parole sono scelte con cura.
E dopo la ramanzina, Gramellini si è preso pure la briga di fare un augurio a Briatore. "L'augurio migliore che si possa fare al figlio di Briatore come a tutti i figli del mondo - conclude - è di non incatenarsi alle pianificazioni paterne, di seguire la propria stella e, prima ancora, di dotarsi degli strumenti per scoprire qual è".
Ramanzina finita, Flavio Briatore replica a tono: "Vorrei ricordare a Massimo Gramellini che lui non si è mai laureato..fonte Wikipedia e per ora figli non ne ha... Presto sarà papà (auguri). Gramellini fa parte di coloro che si sono trovati in piazza a tirare sampietrini protestando in favore della cultura per tutti... Oggi a farsi una cultura sono i figli di chi ha poche possibilità perché non c'è lavoro e nessuno capisce a cosa serva farsi un mazzo così per poi se ti va bene trovarsi a fare consegne pony express...".
E dopo la premessa, l'imprenditore chiarisce ulteriormente la sua posizione in merito all'università. "L'università - aggiunge sempre su Instagram - è un parcheggio per ventenni privi di futuro.
I genitori, non sapendo dove piazzarli, li iscrivono a bizzarre facoltà dove hanno professori come tate! Poi imparano cose che nella vita non serviranno a meno che non abbiano uno zio cardinale o un cugino editorialista del Corriere. La condizione oggi per fare carriera è avere uno in casa che abbia fatto carriera ieri!!! Ho preso per questo Instagram spunti da Picca".
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