Brindisi, l’attentatore aveva pronta un’altra bomba

Un ordigno identico a quello che ha ucciso Melissa trovato in un uliveto che appartiene a Vantaggiato. Per lady Bmw un gigolò da 7 milioni

Brindisi, l’attentatore aveva pronta un’altra bomba

Altro che test. In campagna Giovanni Vantaggiato aveva un arsenale di bombe, pronte a colpire ancora. Il killer reo confesso della scuola di Brindisi non aveva fatto parola dei «ricordini» dinamitardi lasciati nel terreno di proprietà del padre, limitandosi appunto a raccontare di aver testato più volte la miscela esplosiva e l’innesco dell’ordigno «in un trivio», un incrocio tra tre paesi tra gli ulivi salentini. E non aveva menzionato nemmeno le tre bamboline di pezza, forse da utilizzare come «bersagli» per verificare i danni sulle persone provocati dalle esplosioni.
Al terreno, un uliveto nelle campagne tra Copertino e Leverano, gli inquirenti sono arrivati grazie agli accertamenti patrimoniali della squadra mobile di Brindisi, scoprendo l’esistenza di un appezzamento intestato al padre di Vantaggiato, e dunque nella disponibilità dell’uomo.

Il sopralluogo di polizia e carabinieri, sul posto insieme ai pm Milto De Nozza e Guglielmo Cataldi, ieri ha riservato molte sorprese. Nel terreno c’era una bomba identica per tipologia a quella esplosa di fronte alla Morvillo Falcone: tre bombole, due da gpl riempite con 15 chili, una da sub con dieci, piene dello stesso mix letale di fertilizzante e polvere pirica utilizzato il 19 maggio, tutte già innescate nello stesso modo (con una lampadina priva del bulbo in vetro immersa nella polvere) e pronte a deflagrare semplicemente collegandole alla batteria e alla centralina che riceveva il segnale del telecomando. Uno dei tre ordigni era stato richiuso in modo tale che si è deciso, per non correre rischi, di farlo brillare sul posto. Le altre due bombole, invece, sono state rese inerti e portate via per gli accertamenti: si vuol capire quando sono state confezionate. Se la data fosse successiva al 19 maggio, sarebbe una conferma quasi certa delle intenzioni seriali di Vantaggiato.

Ma tra la terra rossa e i muretti a secco gli investigatori hanno fatto una scoperta se possibile ancora più inquietante: tre bambole di pezza. Il sospetto, ma non è certo che ce le abbia messe lui, è che servissero come «cavie» per valutare la capacità di uccidere degli ordigni. Se fosse dimostrato questo scopo, sarebbe una smentita di quanto messo a verbale dal 68enne salentino, ossia che il suo obiettivo era fare scalpore, non uccidere.

La scoperta apre nuovi dubbi sulla completezza e sulla genuinità delle dichiarazioni di Vantaggiato, che non aveva fatto parola dell’esistenza di ordigni inesplosi. Il dubbio, legato alla sua forte passione per gli esplosivi, è che l’episodio di Brindisi non fosse «una tantum». In attesa di capire se le bombole ritrovate fossero un prototipo o la promessa di nuove esplosioni, si guarda anche al passato, a eventuali altri attentati che l’uomo potrebbe aver compiuto. In programma c’è una mappatura di tutti gli attacchi dinamitardi degli ultimi anni tra Lecce e Brindisi non rivendicati, ma al momento ci si concentra sull’attentato che nel 2008 ferì gravemente Cosimo Parato, l’agricoltore di Torre Santa Susanna denunciato dall’assassino reo confesso per avergli comprato carburante pagandolo con assegni scoperti. Il fascicolo potrebbe essere riaperto: a una prima analisi, i punti di contatto tra il modus operandi da bombarolo di Vantaggiato e il misterioso attentatore di Parato sono impressionanti. Resta il dubbio sull’esistenza del complice.

Smentita dagli elementi di fatto, suggerita dalla logica, la presenza di un secondo uomo è indebolita dal ritrovamento di ieri. Un eventuale «compagno» avrebbe probabilmente cancellato quelle prove nell’ultima settimana.

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