Buon vaccino a tutti gli italiani

Di solito quella su cui sto scrivendo è la colonna del Giornale da cui in questo giorno si fanno ai lettori gli auguri di buon Natale

Buon vaccino a tutti gli italiani

Di solito quella su cui sto scrivendo è la colonna del Giornale da cui in questo giorno si fanno ai lettori gli auguri di buon Natale. Diamoli per scontati, oggi mi sento di augurare «buona vaccinazione a tutti», pur sapendo che non è come ce la racconta il governo. Il percorso, al di là degli squilli di tromba, sarà lungo e non esente da rischi di intoppi per quell'ultimo miglio che il vaccino dovrà percorrere, prima di essere iniettato nelle nostre vene, nelle mani della burocrazia italiana. Ma un inizio è meglio di niente, e tra tre giorni assisteremo in diretta all'immunizzazione da Covid del primo italiano - in realtà si tratta di una giovane infermiera di Roma.

Se potessi mi vaccinerei domani, ma dovrò invece attendere con pazienza il mio turno. Non sarà questione di giorni né di settimane, ma di mesi, il che significa che non sono poi tanto malmesso, ma anche che l'approvvigionamento sarà meno veloce di quello che vogliono farci intendere. Ed invito chiunque a fare altrettanto: mettiamoci in fila, avere paura di un vaccino è da oscurantisti ed ignoranti. La malattia, non il suo antidoto, deve fare paura e scommettere sul fatto di esserne immuni è da giocatori d'azzardo, non da esseri pensanti. Chi sta leggendo queste righe è qui invece che al camposanto anche perché da bambino è stato vaccinato contro i grandi rischi della sua epoca, molti dei quali persistenti. Abbiamo vaccinato i nostri figli che, a loro volta, vaccinano i nostri nipoti. Non c'è nulla di strano o di pericoloso in questo, la probabilità di un effetto collaterale importante è minore a quella che ci cada un vaso in testa mentre usciamo di casa.

È un Natale in sordina, almeno regaliamoci e regaliamo l'impegno a vaccinarci appena possibile e preghiamo Gesù Bambino che ciò avvenga il prima possibile. Agli scettici ricordo due frasi di Albert Einstein: «La misura dell'intelligenza è data dalla capacità di cambiare quando è necessario» ed «è più facile spezzare un atomo che un pregiudizio». Chi ha paura della chimica non sa che il nostro corpo è chimica pura, e solo una contromisura chimica può sterzare il suo impazzimento.

Non mettiamoci sul livello dei terrapiattisti e dei negazionisti dell'uomo sulla Luna. Domani è Natale, l'unica favola a cui non è pericoloso credere. Buon Natale da tutti noi de Il Giornale, appuntamento in edicola tra due giorni.

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