"Calabria mafia e terremoti". Ma Easyjet ha ragione

Easyjet dice che in Calabria non ci va (quasi) nessuno perché c'è la 'ndrangheta e ci sono i terremoti

"Calabria mafia e terremoti". Ma Easyjet ha ragione

Easyjet dice che in Calabria non ci va (quasi) nessuno perché c'è la 'ndrangheta e ci sono i terremoti. La migliore risposta l'ha data il sito di satira Lo Statale Jonico («I calabresi hanno anche dei difetti»), e però discutere dell'ovvio è anche un po' noioso. Easyjet ha ragione. Qualcuno può onestamente sostenere il contrario? No. E lo dico da calabrese.

Easyjet ha ottenuto che per 24 ore i social network, così avidi di storielle mordi e fuggi da migliaia di like e condivisioni, parlassero della Calabria. E che nelle prossime ore il dibattito continui sui giornali, Nel bene e nel male. Non dovevi scusarti, Easyjet. Grazie, Easyjet. Anche perché hai volato facile ma anche basso. Ti sei dimenticato che alcune zone della Regione, in particolare la provincia di Reggio Calabria, sono invase dalla spazzatura. Altre sono senza collegamenti stradali decenti. Ti sei dimenticato di dire che una buona parte dell'edilizia privata è (o è stata) costruita abusivamente. In spregio alla legge ma soprattutto alla drammatica evidenza: la «fragilità» delle rocce e il reticolo di faglie in piena attività che attraversa la Calabria dalla Valle del Crati allo Stretto di Messina hanno reso questo lembo di terra uno «sfasciume pendulo sul mare». Non è un problema di «se». Quando arriverà una scossa di terremoto di magnitudo cinque o sei, gli edifici e le infrastrutture che resteranno in piedi si conteranno sulle dita di una mano.

In Calabria c'è la 'ndrangheta perché la classe politica è stata storicamente inadeguata alla missione (difficile) di rilanciare la Regione più povera d'Europa. Ha pensato a farsi riempire di voti bussando a casa dei boss e ha pensato di farsi riempire di soldi bussando alle porte di Bruxelles. Risultati? Zero. L'unico sussulto c'è stato cinquant'anni fa, quando per un cavillo nella riforma delle Regioni il capoluogo è finito alla anonima (e quasi irraggiungibile) Catanzaro perché sede di Corte d'appello, anziché Reggio Calabria, una delle città più antiche d'Europa, fondata nel 780 avanti Cristo, qualcuno dice persino da Aschenazi, pronipote di Noè. Dietro la guerra civile si è infilata la 'ndrangheta, che ha strumentalizzato una ribellione spontanea per potere continuare a esercitare il suo giogo.

Chi ha potuto se n'è andato. Su treni ancora troppo lenti e sporchi, per autostrade pericolose e fatiscenti solo fino a qualche anno fa, su aerei sempre più costosi.

E chi può torna, anche se sa già che cosa troverà: 'ndrangheta, rischio terremoti, spazzatura. Ma anche un mare della madonna, un cibo dal sapore antico, una montagna che toglie il fiato e un senso dell'ospitalità che non è mai cambiato. Perché noi calabresi abbiamo anche dei difetti.

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