"Sparite". Scomparse nel nulla e soprattutto fuori dalle tabelle ufficiali. Parliamo delle 1.390 vittime non conteggiate nel monitoraggio del ministero della Salute sull'epidemia da coronavirus. Oltre mille persone in meno rispetto a quelle reali. Una mancanza che non è passata inosservata: confrontando le tabelle allegate al report settimanale del ministero con quelle pubblicate dalla Protezione civile (sulla base dei dati forniti dallo stesso ministero) è evidente lo scostamento per quanto riguarda le vittime.
Come riporta il Corriere, nella tabella del monitoraggio aggiornata al 21 maggio il numero dei morti è di 31.096. In quella diramata lo stesso giorno dalla Protezione civile il dato sale invece a 32.486. Una differenza non da poco: ben 1.390 vittime in più. E ora sono molte le domande alle quali bisogna trovare una risposta quanto prima.
Negli ultimi giorni, ci sono state diverse segnalazioni di anomalie nei report inviati dalle Regioni. I dati trasmessi, elaborati dai tecnici per tenere sotto controllo l'andamento del coronavirus, vanno a formare il monitoraggio diramato ogni venerdì dal ministero. In particolare, ogni Regione deve comunicare la tenuta delle strutture sanitarie, il numero dei tamponi effettuati, quello dei malati e degli asintomatici. Su questi e altri parametri viene fatta una valutazione di rischio che sta alla base delle scelte del governo per il ritorno alla normalità: i dati sono infatti essenziali per decidere ulteriori aperture, eventuali chiusure e spostamenti tra le diverse Regioni. "Non abbiamo dati attendibili. E li usiamo con parametri sbagliati", ha dichiarato il biologo Enrico Bucci. Il governo ha quindi invitato le Regioni a fornire i numeri con "più accuratezza". Ma tra errori, omissioni e incapacità, sui numeri ora regna un gran caos che mette a rischio tutto il sistema.
E adesso spunta anche l'errore sulle vittime. Se nella tabella del ministero al 21 maggio si parla di 31.096, ecco che il numero aumenta nel report della Portezione civile che segnala 32.486 decessi. La prima domanda che ci si pone è quindi come sia possibile una tale differenza. Si parla di ben 1.390 morti.
Il monitoraggio non sembra poi così tanto attendibile dunque e tutto ciò potrebbe portare a gravi conseguenze.Pochi giorni fa, l'Inps aveva contestato i dati sulle vittime forniti dalla Protezione civile definendoli "poco attendibili". Ora le tabelle che non tornano. Numeri sui quali il governo basa tutte le sue scelte.
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