Dopo Castelnuovo di Porto tocca a Mineo. La fase di smantellamento dei Cara, ossia dei centri d’accoglienza per richiedenti asilo, prosegue toccando la struttura siciliana realizzata all’interno degli ex alloggi dei soldati americani di Comiso e Sigonella.
Il Cara di Mineo da anni è sotto l’occhio del ciclone, sia per motivi inerenti la sicurezza che per le varie inchieste giudiziarie sulla sua gestione susseguitesi da quando la struttura nel 2011 viene predisposta all’accoglienza dei migranti a seguito delle emergenze scoppiate con le primavere arabe. Il residence si trasforma, nel giro di poco tempo, nel più grande centro d’accoglienza d’Europa e nei momenti più topici arriva ad avere al suo interno qualcosa come 4.000 ospiti.
Una gestione che inevitabilmente fa gola: quando il Cara vede occupati tutti i suoi posti letto possibili, al suo interno lavorano quasi 400 persone tra operai ed addetti. Una vera e propria industria, l’unica fonte di reddito per intere famiglie e soprattutto, triste a dirsi, unica vera attività economica per un territorio, quale il Calatino, in affanno economico. Ecco perché la politica mette le mani sul Cara di Mineo: sono diverse le inchieste da parte di alcune procure, Catania in primis, che mettono in risalto la volontà di diversi politici locali di monopolizzare il centro d’accoglienza in modo da poter “vendere” posti di lavoro durante le campagne elettorali. Nel gennaio 2017 ad esempio, emerge la circostanza secondo cui per essere assunti ad alcuni dipendenti più volte viene chiesto di tesserarsi con l’Ncd, il partito dell’allora ministro Angelino Alfano.
Nascono da qui indagini su voto di scambio, turbativa d’asta, anche frode grazie all’accertamento di numeri gonfiati degli ospiti del Cara per ottenere illecitamente più contributi. Ma sulla struttura di Mineo aleggia anche l’ombra di Mafia Capitale: un filone dell’inchiesta capitolina che sconvolge Roma nel dicembre 2014 punta dritto anche sul centro d’accoglienza siciliano.
Non mancano poi i problemi relativi all’ordine pubblico. Più volte gli abitanti della zona vedono le strade limitrofe bloccate da proteste da parte dei migranti ospiti del centro, con la Polizia costretta ad intervenire per riportare calma e normalità. Il caso più eclatante da questo punto di vista è quello del 30 agosto 2015, quando un ivoriano ospite del Cara uccide in maniera efferata una coppia di coniugi proprio a Mineo durante un tentativo di rapina.
Già da qualche mese il Cara appare comunque ridimensionato. Gli ospiti sono scesi sotto i 1.400 e questo per via della diminuzione di migranti approdati in Sicilia. Contestualmente, calano anche i lavoratori al suo interno, che passano da quasi 400 a 200. L’industria dell’immigrazione nel cuore del Calatino dunque, comincia a chiudere. Adesso, dopo anche l’ennesima operazione che stronca un giro di spaccio organizzato dalla mafia nigeriana all’interno del Cara, la struttura sembra destinata alla totale dismissione.
Del resto, il decreto sicurezza di Matteo Salvini mira proprio a chiudere entro un anno tutti i centri per i richiedenti asilo. L’obiettivo è quello di evitare la concentrazione di più migranti in un unico punto, preferendo invece una dispersione in piccoli gruppi nei vari territori. Da qui alla fine del mese di febbraio, in 150 lasceranno il Cara di Mineo. Sono in programma tre viaggi con 50 migranti a testa che, a distanza di dieci giorni l’uno dall’altro, portano fuori dalla struttura gli ospiti. Si parte giovedì 7 febbraio, poi il secondo pullman è previsto per il 17 febbraio, infine vi è quello di giorno 27 febbraio.
Lo si apprende da una nota dell’agenzia Agi, la quale sottolinea come ad essere evacuati da Mineo sono soltanto al momento adulti e senza figli. Per le altre categorie, ossia famiglie e ragazze madri, si sta cercando sistemazione idonea. Attualmente gli ospiti sono 1.244, entro febbraio dunque il numero scende a 1.094.
Ma entro il 2019 la struttura, secondo lo stesso ministro Salvini, va chiusa.
Nei giorni scorsi è lo stesso procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, a margine della conferenza stampa sull’operazione contro la mafia nigeriana a commentare negativamente l’esperienza del Cara: “Lì dentro non c’è nulla di legale”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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