Niente green pass e boom di sì-vax: ecco il Paese Ue in controtendenza

Pur in assenza del Ggeen pass, in Spagna i no-vax latitano. Questo è anche frutto di un'efficace comunicazione da parte delle autorità

Niente green pass e boom di sì-vax: ecco il Paese Ue in controtendenza

Mentre in Italia il green pass viene continuamente presentato dalle autorità come garanzia di impennate di vaccinazioni e di contrasto al movimento No-Vax, in Spagna si stanno verificando due fenomeni paralleli: niente Pass e boom di inoculazioni. Tra i grandi Paesi europei, la nazione iberica è infatti nettamente in testa per numero di vaccinati pur avendo introdotto regole sul passaporto verde molto meno pesanti rispetto a quelle italiane.

Il 75,9% degli spagnoli ha già completato il ciclo vaccinale e il 78,9% ha ricevuto almeno una dose e questi numeri consentono a Madrid di attestarsi prima della Francia, dove la percentuale di vaccinati a ciclo completo è del 64%, e della Germania (63%). L'alta percentuale di cittadini immunizzati è stata raggiunta nel Paese iberico nonostante non sia stata mai adottata una legge nazionale sul green Pass allo scopo di costringere gli scettici a immunizzarsi. Le poche decisioni sul certificato verde sono state adottate in territorio spagnolo soltanto da singole comunità autonome, che però, almeno per ora, non hanno adottato regole severe come quelle in vigore in Francia o Italia. L'adesione dei cittadini al siero sarebbe maturata quindi spontaneamente.

Gli spagnoli dunque si sarebbero vaccinati per scelta e non perché messi alle strette mediante penalizzazioni sempre più forti introdotte dai provvedimenti sul green pass. L'assenza del passaporto verde in Spagna sembra inoltre coincidere con una scarsa presenza di attivisti No-Vax nella società, con i sondaggi che stimano intorno al 4% la percentuale di individui contrari o riluttanti al vaccino, mentre in Italia la stessa percentuale sarebbe del 17%. La sostanziale inutilità del Green Pass in Spagna a fronte dell'alta fiducia nel vaccino nutrita dalla popolazione è stata dimostrata anche da un recente sondaggio realizzato dall'Imperial College di Londra, per cui il 79% della popolazione spagnola dichiara di avere fiducia nei vaccini, una percentuale ben più alta di quella registrata negli Stati Uniti (62%), e in Francia (56%).

Il successo della campagna vaccinale iberica nonostante l'assenza di un green pass nazionale sarebbe principalmente, secondo Josep Lobera, professore di sociologia all'Università Autonoma di Madrid e membro del comitato governativo sulla strategia vaccinale, il frutto della grande fiducia dei cittadini nella sanità pubblica nel post-franchismo: "La Spagna ha avuto una transizione tardiva alla democrazia e dunque, chi ha vissuto gli anni del post-franchismo vede le istituzioni sanitarie come parte della modernizzazione del Paese". A ciò si aggiunge il fatto che le generazioni più anziane hanno ancora in mente il disastro della campagna vaccinale organizzata dal regime di Franco contro la polio, con le autorità che fecero partire le inoculazioni quasi un decennio dopo i Paesi più avanzati. Un ritardo costato dolori e sofferenze ai tanti spagnoli che vennero infettati allora dal virus.

Alla base del successo spagnolo ci sarebbe però, evidenzia sempre Lobera, anche un'efficace strategia comunicativa adottata dai governi di ogni livello.

Il docente ha appunto sottolineato che, sia alle autorità centrali sia a quelle regionali, è stato chiesto di "non discutere di argomenti di medicina, ma lasciare la parola agli esperti" e di "non rendere i vaccini un terreno di scontro politico". È stato inoltre fatto un lavoro importante per comunicare alla popolazione i dati sui rischi e i benefici dei vaccini collaborando attivamente con i giornalisti scientifici.

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