Coronavirus, cosa dice il decreto: domande e risposte per rispettare le regole

Il nuovo emandamento per il coronavirus ha diviso l'Italia: da un lato la zona arancione, con stringenti misure restrittive, dall'altro il resto del Paese e ora gli italiani si chiedono quali siano le limitazioni da rispettare

Stazione Napoli Centrale, passeggeri in arrivo da Torino
Stazione Napoli Centrale, passeggeri in arrivo da Torino

La serata e la nottata tra il 7 e l'8 marzo 2020 verranno ricordati a lungo dagli italiani, soprattutto dai residenti in Lombardia e nelle zone arancioni previste dal governo nell'ennesimo decreto emanato per l'emergenza coronavirus. La bozza trapelata all'ora di cena ha scatenato il panico in milioni di persone, che all'improvviso sono state catapultate in una realtà difficile da interpretare. Da quel momento è calato il silenzio da parte delle istituzioni, che solo alle 2.20 del mattino dell'8 marzo hanno informato i cittadini sulle misure definitive adottate per contrastare l'emergenza coronavirus. A quel punto tutti i residenti nelle nuove zone di contenimento ma, in realtà, l'intero Paese si è chiesto come sarebbe cambiata la vita in Italia da quel momento.

In verità, il decreto presenta alcune lacune che dovranno essere spiegate e rettificate a breve per garantire a tutti di recepire nel modo corretto le indicazioni previste. Sono tanti gli interrogativi degli italiani, che adesso si preoccupano di come la loro libertà sarà limitata dal decreto e quali saranno le misure di contenimento in base alla loro zona di residenza.

Chi e come è autorizzato a uscire dalle nuove zone con forti vincoli restrittivi della Lombardia e delle ulteriori 14 province interessate?
Il governo ha abolito le zone rosse del Paese creandone di più ampie, classificate come arancioni. In queste aree, individuate in tutto il territorio della regione Lombardia e in ulteriori 14 province (Novara, Asti, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Alessandria, Modena, Parma, Piacenza, Reggio-Emilia, Padova, Treviso, Venezia, Rimini, Pesaro e Urbino) sono stati imposti dei limiti alla mobilità in entrata e in uscita e all'interno degli stessi. È in corso un'operazione di organizzazione massiccia, che prevede l'installazione di posti di blocco lungo le autostrade, nelle stazioni e negli aeroporti, per invitare chi non è strettamente obbligato a muoversi a non uscire dai confini di zona.

Aeroporti, autostrade e stazioni sono aperti?
Al momento non risultano in atto limitazioni alla circolazione dovute al decreto. Tuttavia, Alitalia ha comunicato nel pomeriggio che a partire da domani, lunedì 9 marzo, la compagnia chiuderà tutti i suoi voli in ingresso e in uscita dallo scalo di Milano Malpensa. La misura sarà valida a partire dalle 10.40, quando nello scalo lombardo atterrerà il volo AZ605 proveniente da New York. La compagnia continuerà a garantire solamente le tratte nazionali su Milano Linate, con riduzione della frequenza sulle tratte in essere. Le autostrade continueranno la loro piena attività e sarà garantita la libera circolazione delle merci con qualunque mezzo.

Chi è autorizzato a valutare le comprovate esigenze lavorative e sanitarie che derogano il divieto di uscita dalle zone arancioni?
Il decreto ha individuato nei prefetti le figure di pubblica sicurezza incaricate di questo compito, senza che nel decreto siano stati definiti e normati i limiti e le eccezioni. I pendolari potrebbero essere esclusi da questa deroga,perché per loro sono state previste le misure di smartworking e le aziende sono state invitate a valutare la possibilità di concedere ferie e congedi ordinari ai dipendenti come misura straordinaria per fermare i contagi di coronavirus. Per i motivi di salute, invece, si farà riferimento ai certificati medici.

Chi si trova al di fuori della zona arancione, all'interno della quale ha la residenza, può rientrare nella sua abitazione?
Ovviamente sì, il decreto ha previsto esplicitamente questa possibilità per chiunque sia stato raggiunto dal decreto lontano dal suo domicilio.

Chi si è allontanato dalla zona arancione prima dell'entrata in vigore del provvedimento è libero di muoversi nel resto del Paese?
Non esistono limitazioni in tal senso, a meno che il soggetto non abbia infezioni respiratorio o la febbre superiore a 37.5 o non sia risultato positivo al test per il coronavirus. Nel primo caso, è "fortemente raccomandato" di non lasciare la propria abitazione, nel secondo caso è obbligatorio segire il protocollo di quarantena indicato nel decreto, con "divieto assoluto di mobilità." In queste ore, le regioni al di là della zona rossa hanno emanato dei decreti che prevedono lo stato di quarantena domiciliare per tutti quelli che si sono allontanati dalle zone a rischio. In particolare, le regioni che al momento hanno implementato le misure di contenimento locale sono: Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna, Basilicata, Toscana, Lazio, Molise e Abruzzo.

I trasporti pubblici sono regolarmente funzionanti all'interno della zona arancione?
Nessun vincolo è stato posto per la mobilità pubblica urbana. Tram, metropolitane e autobus sono attualmente in servizio regolare. A bordo, viene chiesto di mantenere la distanza minima di un metro dalle persone che sono intorno.

Gli esercizi commerciali sono aperti nella zona arancione?
Sì ma esistono delle limitazioni per evitare il sovraffollamento all'interno dei locali.

Sono previste misure di contingentazione degli ingressi per garantire la distanza minima di sicurezza e sono state previste sanzioni per i gestori che non sottostanno alle indicazioni del decreto, che prevede un'ammenta, la denuncia penale con conseguente arresto fino a tre mesi, oltre alla chiusura dell'attività.

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